Tribunale, no alla chiusura la rivolta dei 13 sindaci
Mastromauro convoca per il 25 una riunione dell’ordine degli avvocati allargata alla partecipazione dei primi cittadini e dei parlamentari teramani
GIULIANOVA. Il sindaco chiama a raccolta sindaci e parlamentari per la difesa della sezione staccata di Giulianova del tribunale di Teramo. Il primo cittadino ha dato appuntamento ai propri colleghi e ai politici teramani per il 25 ottobre, quando nella sala Buozzi, alle 16, si terrà una nuova riunione dell'ordine degli avvocati di Teramo. I legali, in subbuglio per la prossima chiusura del palazzo di giustizia giuliese, avevano già auspicato lo scorso lunedì, al termine di un'assemblea, la realizzazione di una riunione alla presenza di tutti i sindaci dei comuni che gravitano attorno alla struttura giuliese. Un modo, insomma, per coinvolgere tutti i fruitori della sede staccata del tribunale ed evidenziare come la sua soppressione comporterebbe disagi e danni per tutto il territorio.
Proprio nel corso dell'ultima assemblea, gli avvocati teramani hanno deciso di ricorrere al Tar contro la decisione adottata dal presidente del tribunale di Teramo, Giovanni Spinosa, con la quale si stabilisce che dal 1° novembre nessuna causa civile potrà essere iscritta a ruolo nella cancelleria delle sedi di Giulianova e di Atri (inizialmente la scadenza era stata fissata al 15 ottobre, ma ora sulla vicenda dovrà pronunciarsi il consiglio giudiziario). Insomma, una chiusura "anticipata" dei due palazzi di giustizia (le strutture dovranno essere soppresse entro il settembre 2013) che non piace agli avvocati. Pertanto Mastromauro ha invitato a partecipare all'incontro del 25 i sindaci di Alba, Martinsicuro, Mosciano, Tortoreto, Sant'Omero, Nereto, Controguerra, Ancarano, Torano Nuovo, Colonnella, Corropoli e Sant’Egidio, oltre al senatore Paolo Tancredi e gli onorevoli Carla Castellani, Augusto Di Stanislao e Tommaso Ginoble, per discutere assieme della problematica. «C'è necessità di fare fronte comune per scongiurare la smobilitazione della sede giudiziaria di Giulianova», sostiene Mastromauro, «E' difficile infatti comprendere la necessità di un provvedimento che di fatto fa scendere la parola fine sulla nostra sede distaccata, tenuto conto che c'è un anno di tempo per procedere in questo senso. Tanta premuranon appare giustificata da ragioni cogenti, mentre ve ne sono per differire un provvedimento che avrà contraccolpi assai negativi sul funzionamento della macchina giudiziaria». Contraccolpi, evidenziano Mastromauro e gli avvocati dell'ordine, che potrebbero ledere il diritto alla giustizia dei cittadini del territorio, dato che la sede di Teramo non avrebbe locali adeguati (alcuni lesionati dal sisma del 2009) ad affrontare la grande mole di lavoro generata dalla chiusura delle sezioni staccate del tribunale.
Sandro Petrongolo
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