Ucraini a Pineto, conclusa la visita della delegazione di Zaporizhzhya
PINETO. È terminata lunedì a Pineto la visita istituzionale della delegazione del consiglio comunale di Zaporizhzhya (Ucraina). Dal 7 agosto il deputato Anatoly Kurtev, già sindaco della città, che...
PINETO. È terminata lunedì a Pineto la visita istituzionale della delegazione del consiglio comunale di Zaporizhzhya (Ucraina). Dal 7 agosto il deputato Anatoly Kurtev, già sindaco della città, che ha coordinato tutta l’emergenza profughi, insieme alla deputata Inna Penchuk sono stati a vedere da vicino il progetto di accoglienza ucraini in Italia denominato “Accoglienza ucraini Arci Pineto”, avviato dal comitato provinciale Arci Teramo, che ha portato in città circa 400 persone.
In una nota del Comune si legge: «La settimana di visita istituzionale ha avuto come obiettivo la possibilità di migliorare l’ integrazione degli ospiti del progetto, comprendendo meglio le loro esigenze, e avviare una prima cooperazione e un serie di dialoghi bilaterali. Il dipartimento nazionale di Protezione civile ha avallato la proposta di ampliamento di accoglienza con le strutture individuate con Arci Teramo nell’ambito comunale, risultate disponibili per essere occupate. Gli ucraini, dapprima ospitati negli alberghi, sono stati trasferiti in strutture di accoglienza diffusa, ovvero degli alloggi nei quali vivere autonomamente, dove possono provvedere direttamente a pulizia e cucina e integrarsi con il tessuto locale». ( d.f.)
In una nota del Comune si legge: «La settimana di visita istituzionale ha avuto come obiettivo la possibilità di migliorare l’ integrazione degli ospiti del progetto, comprendendo meglio le loro esigenze, e avviare una prima cooperazione e un serie di dialoghi bilaterali. Il dipartimento nazionale di Protezione civile ha avallato la proposta di ampliamento di accoglienza con le strutture individuate con Arci Teramo nell’ambito comunale, risultate disponibili per essere occupate. Gli ucraini, dapprima ospitati negli alberghi, sono stati trasferiti in strutture di accoglienza diffusa, ovvero degli alloggi nei quali vivere autonomamente, dove possono provvedere direttamente a pulizia e cucina e integrarsi con il tessuto locale». ( d.f.)