Un cuore di pietre per Melania
Il luogo del delitto trasformato in un piccolo santuario con fiori e peluche
CIVITELLA. In quel fazzoletto di terra dove l'assassino ha inferto 35 pugnalate a Melania c'è un cuore di pietre. Al centro spiccano rose gialle e un nome: Mely, composto con i sassi. Intorno, decine di mazzi di tulipani rossi o gerbere. Alcuni sono freschissimi come se, chi li ha deposti nel bosco di Ripe di Civitella, fosse passato di lì da pochissime ore. Poi biglietti. Tantissimi messaggi e oggetti di peluche. Come l'orsacchiotto affisso a un pino accanto alla foto della vittima. Il luogo del delitto sembra un santuario.
Siamo tornati nel bosco del mistero due giorni fa. La strada senza uscita, che termina davanti allo chalet, dove l'assassino lasciò con una scarpa le impronte nel sangue, appare stravolta con decine di alberi abbattuti dalla neve, tagliati solo in parte e per il resto pericolosamente in bilico. Subito dopo Ripe, due giorni fa, c'erano una trentina di finanzieri a fare esercitazione. Come accadde quel tragico 18 aprile di un anno fa quando a esercitarsi al tiro, nel poligono di Ripe, c'erano i soldati del 123º Reggimento di Chieti. E c'era anche una sentinella che però non vide passare la Renault nera di Salvatore Parolisi.
Torniamo a oggi. Quando arrivi davanti al cuore di pietre sembra che il tempo si sia fermato. Sul legno dello chalet spiccano ancora dei piccoli segni, quasi impercettibili, fatti con la punta di un coltello. Ma il pavimento di assi di legno non c'è più. Da mesi è stato portato via, pezzo pezzo, da chi, salendo qui su, ha voluto rubare un souvenir del luogo del delitto. Tra poco sarà un anno dalla morte di Melania, per la procura assassinata dal marito Parolisi. Per commemorare la data del 18 aprile, familiari e amici stanno organizzando una fiaccolata che dovrebbe svolgersi a Somma Vesuviana. Mentre il legale dei Rea, Mauro Gionni, pensa al santuario spuntato nel bosco e lancia un appello al sindaco di Civitella, Gaetano Luca Ronchi, affinchè sistemi delle fioriere di legno sul luogo del delitto per consentire a chiunque di poter deporre fiori, biglietti e peluche colorati.
Siamo tornati nel bosco del mistero due giorni fa. La strada senza uscita, che termina davanti allo chalet, dove l'assassino lasciò con una scarpa le impronte nel sangue, appare stravolta con decine di alberi abbattuti dalla neve, tagliati solo in parte e per il resto pericolosamente in bilico. Subito dopo Ripe, due giorni fa, c'erano una trentina di finanzieri a fare esercitazione. Come accadde quel tragico 18 aprile di un anno fa quando a esercitarsi al tiro, nel poligono di Ripe, c'erano i soldati del 123º Reggimento di Chieti. E c'era anche una sentinella che però non vide passare la Renault nera di Salvatore Parolisi.
Torniamo a oggi. Quando arrivi davanti al cuore di pietre sembra che il tempo si sia fermato. Sul legno dello chalet spiccano ancora dei piccoli segni, quasi impercettibili, fatti con la punta di un coltello. Ma il pavimento di assi di legno non c'è più. Da mesi è stato portato via, pezzo pezzo, da chi, salendo qui su, ha voluto rubare un souvenir del luogo del delitto. Tra poco sarà un anno dalla morte di Melania, per la procura assassinata dal marito Parolisi. Per commemorare la data del 18 aprile, familiari e amici stanno organizzando una fiaccolata che dovrebbe svolgersi a Somma Vesuviana. Mentre il legale dei Rea, Mauro Gionni, pensa al santuario spuntato nel bosco e lancia un appello al sindaco di Civitella, Gaetano Luca Ronchi, affinchè sistemi delle fioriere di legno sul luogo del delitto per consentire a chiunque di poter deporre fiori, biglietti e peluche colorati.
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