ROSETO
Usura: un tesoro da 200mila euro in gioielli, Rolex e auto d’epoca
La Procura indaga dopo le denunce presentate da alcuni commercianti e piccoli imprenditori I sigilli scattati dopo la lunga perquisizione della Finanza nell’abitazione dell’uomo di etnia rom
ROSETO. Dai monili in oro alle pietre preziose, dai Rolex alle auto d’epoca: c’è di tutto nel tesoro da 200mila euro che la guardia di finanza ha sequestrato nella villa del cittadino di etnia rom indagato per usura nell’ambito di un’inchiesta aperta dal sostituto procuratore Stefano Giovagnoni e basata sulle denunce di alcuni commercianti e piccoli imprenditori.
Dopo il blitz di venerdì mattina, avvenuto prima nell’abitazione di Piane Tordino e successivamente in quella di Alba Adriatica, all’esame di investigatori e inquirenti c’è tutto il materiale sequestrato. I sigilli, chiesti dalla Procura, sono scattati nell’ambito delle disposizioni previste dalla legge 356 del 1992 e che stabilisce per determinati reati, tra cui appunto l’usura, il sequestro qualora la persona sottoposta a indagini risulti essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo di beni in valore sproporzionato al proprio reddito o alla propria attività economica. Come, secondo l’autorità giudiziaria, è in questo caso. L’uomo indagato, infatti, risulta non avere un lavoro. L’uomo, tra l’altro, ha una condanna in primo grado per il reato di usura. Tra le disponibilità dell’indagato, oltre ai preziosi, anche una Fiat Topolino, auto d’epoca considerata di notevole valore economico. Materiale, soprattutto i preziosi, che erano nascosti in vari punti dell’abitazione che è stata perlustrata meticolosamente anche con l’impiego di un escavatore messo a disposizione dai vigili del fuoco. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori quella che tutto il materiale sequestrato possa essere stato consegnato dalle vittime laddove impossibilitate a pagare. Ma su questo aspetto sono in corso specifici accertamenti e indagini da parte degli investigatori delegati ad operare dall’autorità giudiziaria. L’inchiesta della Procura è nelle fasi iniziali e il maxi blitz scattato venerdì a Piane Tordino è stato, molto probabilmente, il primo di una lunga serie di riscontri che l’autorità giudiziaria cerca dopo le denunce arrivate da commercianti e piccoli imprenditori teramani. Persone che, ormai impossibilitate a far fronte a richieste diventate sempre più onerose, hanno trovato il coraggio di denunciare. Da qui l’inchiesta dell’autorità giudiziaria con gli investigatori che, dopo il blitz a Piane Tordino e Alba Adriatica, ora si avviano a sentire decine di persone informate sui fatti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Dopo il blitz di venerdì mattina, avvenuto prima nell’abitazione di Piane Tordino e successivamente in quella di Alba Adriatica, all’esame di investigatori e inquirenti c’è tutto il materiale sequestrato. I sigilli, chiesti dalla Procura, sono scattati nell’ambito delle disposizioni previste dalla legge 356 del 1992 e che stabilisce per determinati reati, tra cui appunto l’usura, il sequestro qualora la persona sottoposta a indagini risulti essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo di beni in valore sproporzionato al proprio reddito o alla propria attività economica. Come, secondo l’autorità giudiziaria, è in questo caso. L’uomo indagato, infatti, risulta non avere un lavoro. L’uomo, tra l’altro, ha una condanna in primo grado per il reato di usura. Tra le disponibilità dell’indagato, oltre ai preziosi, anche una Fiat Topolino, auto d’epoca considerata di notevole valore economico. Materiale, soprattutto i preziosi, che erano nascosti in vari punti dell’abitazione che è stata perlustrata meticolosamente anche con l’impiego di un escavatore messo a disposizione dai vigili del fuoco. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori quella che tutto il materiale sequestrato possa essere stato consegnato dalle vittime laddove impossibilitate a pagare. Ma su questo aspetto sono in corso specifici accertamenti e indagini da parte degli investigatori delegati ad operare dall’autorità giudiziaria. L’inchiesta della Procura è nelle fasi iniziali e il maxi blitz scattato venerdì a Piane Tordino è stato, molto probabilmente, il primo di una lunga serie di riscontri che l’autorità giudiziaria cerca dopo le denunce arrivate da commercianti e piccoli imprenditori teramani. Persone che, ormai impossibilitate a far fronte a richieste diventate sempre più onerose, hanno trovato il coraggio di denunciare. Da qui l’inchiesta dell’autorità giudiziaria con gli investigatori che, dopo il blitz a Piane Tordino e Alba Adriatica, ora si avviano a sentire decine di persone informate sui fatti.
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