Varrassi, parte l’iter per rimuoverlo

Troppe inchieste, la giunta Chiodi dà il via alla procedura per rescindere il contratto: il manager è amareggiato

TERAMO. La giunta regionale ha avviato il procedimento per la rescissione del contratto con il direttore generale della Asl, Giustino Varrassi. Uno stringato comunicato ieri, nel primo pomeriggio ha reso noto che «facendo seguito a quanto deliberato in data 29 agosto 2012 ed alla acquisizione della documentazione richiesta, la giunta regionale ha deciso, a margine della giunta odierna, di avviare il procedimento previsto dall'articolo 3 bis comma 7 del decreto legislativo 502/92 nei confronti del direttore generale della Asl di Teramo, professor Giustino Varrassi. Della propria decisione, che sarà formalizzata nella prossima seduta ordinaria, la giunta ha già dato notizia, per correttezza istituzionale, al professor Varrassi».

Le inchieste. La nota della Regione fa implicito riferimento alle inchieste avviate dalla procura della Repubblica di Teramo sull’operato del manager. Le inchieste sono quattro, ma al momento della delibera di riconferma dell’incarico del manager, a fine agosto, erano tre. E nella delibera c’è una postilla, in cui la giunta regionale chiede gli atti alla procura. Quegli atti sono arrivati in Regione qualche settimana fa e da una prima lettura è scaturito l’avvio del procedimento deciso ieri.

Varassi è indagato -nella prima inchiesta - per falso per soppressione. Il pm Davide Rosati ha ipotizzato la mancata apertura di un procedimento disciplinare nei confronti di un medico dipendente della Asl indagato per turbativa d’asta. C’è poi una seconda inchiesta: Varrasi ha ricevuto un altro avviso di garanzia per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta aperta sempre dal pm Rosati sulla promozione di Corrado Robimarga, l’urologo e assessore comunale indagato per peculato, falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello Stato e della Asl. La terza inchiesta è invece per peculato: secondo l’accusa il direttore generale avrebbe usato la macchina di servizio più volte sul tragitto L’Aquila-Teramo. Il manager ha più volte dichiarato di aver risarcito la Asl. Nella documentazione chiesta dalla Regione alla procura non era compresa la quarta inchiesta, in quanto recentissima. Giovedì scorso carabinieri e guardia di finanza hanno sequestrato il laboratorio del centro di fisiopatologia della riproduzione, aperto senza l’obbligatoria autorizzazione regionale e l’iscrizione al registro dell’Istituto superiore di sanità. Le quattro inchieste fanno configurare - secondo la giunta, che ha adottato la decisione all’unanimità - l’ipotesi prevista dalla legge502 del 1992, cioè «violazione di leggi o del principio di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione» per cui la Regione può rescindere il contratto.

L’iter. Ma c’è un iter da seguire. Dopo l’avvio del procedimento, avvenuto ieri, la dirigente del settore sanità Maria Crocco sugli atti della procura farà una dettagliata relazione che poi rimetterà alla giunta regionale. Probabilmente già la prossima settimana la giunta sarà chiamata a decidere se rescindere o meno il contratto a Varrassi. In caso di decisione positiva, questa andrà notificata al manager. A questo punto Varrassi ha tre opzioni. Può decidere di dimettersi subito, altrimenti, ricevuta la notifica può presentare le proprie controdeduzioni (strada che potrebbe portare anche a una battaglia nelle aule della giustizia amministrativa) e infine può non dimettersi, ma evitare di presentare le controdeduzioni. Il direttore generale per il momento non commenta, si prenderà del tempo per riflette su una situazione che lo vede molto amareggiato.

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