Viale Bovio chiuso, pronte le denunce
Ponte sbarrato per quattro mesi, la rabbia dei negozianti e del benzinaio
TERAMO. «Torno subito. Forse!?». E' il messaggio sul cartello affisso all'entrata di una bar di Viale Bovio che meglio di tutti manifesta la situazione di disagio che i commercianti della zona stanno vivendo dal giorno della chiusura del ponte sul Vezzola. Non si capisce se si tratti di una provocazione ma il locale è chiuso visto che l'afflusso di clienti ha subito un drastico calo a causa dei lavori che hanno trasformato una della vie più trafficate di Teramo in una strada deserta. Ora il passaggio obbligato per chi viene o vuole andare verso Ascoli è lungo la strada che passa per Scapriano escludendo del tutto una zona ricca di attività che si reggono sulla clientela di passaggio.
Un blocco che durerà almeno quattro mesi, necessari per il completamento dell'opera, ma che già sta facendo le prime vittime. Sono in molti a sollevare dubbi e a lanciare il grido d'allarme. «Il ponte è chiuso da 10 giorni», dice Mara, proprietaria di un negozio di fiori,«e, a parte i clienti affezionati, le vendite sono calate drasticamente». Una situazione disperata a suo dire che si aggiunge alle enormi difficoltà già incontrate a causa della crisi e della nevicata che per diversi giorni ha bloccato città e commercio.
«Ho pensato anche di affittare un locale in un'altra zona della città», aggiunge, «ma pagare due affitti è insostenibile soprattutto in questo periodo. Secondo me bastava il semaforo per regolare il flusso delle auto». Il timore per buona parte dei commercianti è che i tempi si allunghino e che, quindi, viale Bovio resti una via morta. Tra di loro c'è qualcuno convinto che non si stia lavorando in modo rapido. «Sapendo la situazione che stiamo vivendo», dicono, «dovrebbero lavorare notte e giorno con almeno 20 operai». Invece il grosso dell'intervento non ancora comincia». Ieri mattina, quindi, abbiamo fatto una verifica scattando tre immagini sul ponte Vezzola a distanza di mezz'ora l'una dall'altra: alle 11, alle 11,30 e la terza alle 12. Il mezzo pesante posizionato sul ponte è rimasto sempre fermo. Al lavoro però c'era una ruspa sul lungofiume. «Nessuno vuole discutere l'importanza dei lavori», afferma il gestore del distributore Ip, Gabriele Antico, «ma avrebbero dovuto trovare delle soluzioni alternative per non bloccare il traffico».
Lui i conti su quanto sia costoso questo blocco in termine di mancati incassi li ha già fatti e sono cifre tristemente alte. «Ho calcolato che le vendite di gasolio e benzina sono calate più del 50% e», aggiunge, «tra poco mi vedrò costretto a mandare a casa anche mio fratello. In una situazione come questa ci saremmo aspettati un aiuto da parte di qualcuno». I commercianti annunciano battaglia. E' già prevista per lunedì prossimo una riunione nella quale si deciderà come muoversi per venire fuori da questa situazione «magari», dice qualcuno, «assumendo un avvocato che tuteli i nostri interessi».
Un blocco che durerà almeno quattro mesi, necessari per il completamento dell'opera, ma che già sta facendo le prime vittime. Sono in molti a sollevare dubbi e a lanciare il grido d'allarme. «Il ponte è chiuso da 10 giorni», dice Mara, proprietaria di un negozio di fiori,«e, a parte i clienti affezionati, le vendite sono calate drasticamente». Una situazione disperata a suo dire che si aggiunge alle enormi difficoltà già incontrate a causa della crisi e della nevicata che per diversi giorni ha bloccato città e commercio.
«Ho pensato anche di affittare un locale in un'altra zona della città», aggiunge, «ma pagare due affitti è insostenibile soprattutto in questo periodo. Secondo me bastava il semaforo per regolare il flusso delle auto». Il timore per buona parte dei commercianti è che i tempi si allunghino e che, quindi, viale Bovio resti una via morta. Tra di loro c'è qualcuno convinto che non si stia lavorando in modo rapido. «Sapendo la situazione che stiamo vivendo», dicono, «dovrebbero lavorare notte e giorno con almeno 20 operai». Invece il grosso dell'intervento non ancora comincia». Ieri mattina, quindi, abbiamo fatto una verifica scattando tre immagini sul ponte Vezzola a distanza di mezz'ora l'una dall'altra: alle 11, alle 11,30 e la terza alle 12. Il mezzo pesante posizionato sul ponte è rimasto sempre fermo. Al lavoro però c'era una ruspa sul lungofiume. «Nessuno vuole discutere l'importanza dei lavori», afferma il gestore del distributore Ip, Gabriele Antico, «ma avrebbero dovuto trovare delle soluzioni alternative per non bloccare il traffico».
Lui i conti su quanto sia costoso questo blocco in termine di mancati incassi li ha già fatti e sono cifre tristemente alte. «Ho calcolato che le vendite di gasolio e benzina sono calate più del 50% e», aggiunge, «tra poco mi vedrò costretto a mandare a casa anche mio fratello. In una situazione come questa ci saremmo aspettati un aiuto da parte di qualcuno». I commercianti annunciano battaglia. E' già prevista per lunedì prossimo una riunione nella quale si deciderà come muoversi per venire fuori da questa situazione «magari», dice qualcuno, «assumendo un avvocato che tuteli i nostri interessi».
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