Il giudice Flavio Conciatori

Violentata e perseguitata dal capo: «Se non ci stai ti faccio licenziare» 

Al via il processo a un 50enne dirigente d’azienda rosetano in carcere dopo la denuncia della ex. L’accusa: «Ha minacciato anche di diffondere le nostre foto in intimità e ha seguito i miei figli»

TERAMO. La verità giudiziaria l’accerterà il processo. Quella che la cronaca snocciola negli atti d’accusa – in questi giorni dominati dallo scandalo Weinstein – è una storia di violenze sessuali, ricatti e persecuzioni con un lui dirigente d’azienda che avrebbe costretto lei, impiegata, a subire violenze con la minaccia di farle perdere il posto. Aggiungendo anche quella di diffondere foto di rapporti intimi tra di loro.
Lui, cinquantenne di Roseto (assistito dall’avvocato Gennaro Lettieri), ora è in carcere dopo aver violato i domiciliari continuando, sostiene l’accusa, a perseguitare la donna con centinaia di telefonate. Nel processo, iniziato ieri davanti al collegio presieduto da Flavio Conciatori (a latere Lorenzo Prudenzano e Enrico Pompei) lei si è costituita parte civile rappresentata dall’avvocato Mario Del Principe.
La vicenda risale all’anno scorso quando la storia tra i due è ormai alla fine ma, evidentemente, lui non si rassegna. E così per la donna, una 47enne della costa, cominciano giorni di paura, con tanto di persecuzione telefoniche, appostamenti sotto casa e persino il danneggiamento della sua macchina e di quella di alcuni familiari che si ritrovano con le gomme tagliate. Ma nella denuncia la vittima racconta ancora di quelle volte che lui non esita a seguire i suoi figli maggiorenni. Ed è questo, molto probabilmente, quello che la porta a raccontare e chiedere aiuto: il timore che ai figli possa succedere qualcosa. Perchè quell’uomo con cui ha avuto una relazione non smette di perseguitarla e minacciarla, anche dopo quei rapporti sessuali a cui – dice l’accusa– l’avrebbe costretta minacciandola di farle perdere il posto, di farla licenziare. Con un abuso d’autorità che per il codice diventa una circostanza aggravante. E non solo. Perchè agli investigatori la donna denuncia anche che lui l’ha minacciata di diffondere foto di loro due in intimità. Dopo la segnalazione scatta l’inchiesta del pm Enrica Medori che porta l’uomo agli arresti domiciliari per stalking.
Ma lui evade per avvicinarsi a lei, continua a perseguitarla con telefonate in cui le chiede di tornare insieme, di riprendere la storia «perchè lui non può vivere senza lei». Scatta l’aggravamento della misura e dai domiciliari l’uomo passa in carcere dove è ancora detenuto. Poi il giudizio immediato (richiesto ed ottenuto dal pm) e l’avvio del processo aggiornato a febbraio per l’audizione di primi testi con la donna che in aula dovrà raccontare il suo incubo.
A cominciare proprio da quelle violenze subite sotto la minaccia di perdere il posto di lavoro.
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