Dieci esemplari d'orso avvistati in un giorno da ricercatori francesi

Villavallelonga, fotografati dieci esemplari, di cui cinque cuccioli: l'emozione dell'equipe francese, accompagnata dai volontari del Cai, davanti alla scena di mamma orsa che difende i figli da un maschio

VILLAVALLELONGA. Mamma orso difende i suoi tre cuccioli da un esemplare maschio che, alla fine, è costretto a fuggire a causa dell'atteggiamento minaccioso dell'agguerrita plantigrada. Questa è solo una delle scene immortalate da un gruppo di ricercatori francesi che, nel giro di tre giorni, ha avvistato in una zona del Parco nazionale una decina di esemplari, di cui cinque cuccioli. Gli orsi sono stati fotografati e filmati da un'equipe guidata da Francoise Savasta, ricercatrice francese che da dieci anni, ogni estate, frequenta il Parco alla ricerca di orsi marsicani. Gli avvistamenti, in questa occasione, sono avvenuti nella zona compresa tra i Prati d'Angro, Monte Marcorano e Schiena Cavallo, nel Comune di Villavallelonga.

Si tratta del più importante avvistamento di orsi in un così ristretto arco temporale: da lunedì a ieri. Alla base di questa affluenza anomala di orsi ci sarebbe il periodo di maturazione del «rhamnus», un arbusto che durante l'estate si carica di bacche scure. Per l'orso rappresentano una vera prelibatezza. Anche per tale motivo, infatti, quando si devono prelevare campioni di pelo per eseguire analisi, le «trappole» vengono poste vicino ai rametti sicuri di rhamnus. L'orso, notoriamente goloso, difficilmente rinuncia a fare scorpacciate di bacche. Lunedì scorso sono stati avvistati due orsi sul monte Marcolano, due femmine con cuccioli nella zona di Schiena Cavallo e un'altra mamma con tre cuccioli nella stessa area: ben 10 avvistamenti in un giorno.

Il gruppo di ricercatori francesi, tra cui Roger Mathieu che ha realizzato le foto e i filmati avvalendosi della collaborazione del Cai di Coppo dell'Orso guidato da Michele Morisi, ha poi continuato gli avvistamenti anche martedì e ieri. Il 17 agosto alle ore 18,15 i ricercatori francesi hanno assistito a una scena che Francoise Savasta ha definito: «veramente emozionante». «Alle 17, al pendio di Schiena Cavallo», racconta la ricercatrice «c'erano già due femmine con tre cuccioli. Alle 18.15 da un crepaccio escono due orsi, uno giovane di 3 o 4 anni molto scuro e un altro più vecchio e grosso. Una delle due femmine è sulla difensiva, inquieta, con i tre cuccioli tra le zampe. Ha paura per i suoi cuccioli, ma si trova nel suo territorio ed è dominante. Mostra la sua preponderanza e spinge lentamente l'orso scuro più lontano, tenendo sempre i piccoli tra le zampe. L'orso scuro ubbidisce e si allontana. La mamma allora può mangiare più tranquillamente con i suoi cuccioli fino alle 19.50, quando sparisce passando la cresta alla luce del tramonto».

Durante le osservazioni è molto importante non disturbare gli orsi. Per tale motivo gli appostamenti sono avvenuti a grandi distanze, da 800 metri a un chilometro e mezzo, con binocoli e cannocchiali. Per tale motivo le foto e i filmati vengono realizzati in «digiscoping». Si tratta di una tecnica fotografica che associa una fotocamera digitale, anche una semplice compatta, a un telescopio da osservazione tramite appositi adattatori. La qualità non eguaglia quella di obiettivi fotografici, ma in tal modo è possibile fotografare animali da lunghissime distanze. Il Cai Coppo dell'Orso ha supportato l'iniziativa collaborando con il Parco nazionale d'Abruzzo nella speranza che tali ricerche filmate, insieme alle ricerche tradizionali, possano sensibilizzare popolazione residente e turisti.

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