Ecco come è nata la Perdonanza
La storia. Chi entra a Collemaggio dal 28 al 29 agosto «pentito e confessato» ha la remissione dei peccati. Il frate diventato Papa Celestino V nel 1294 emise la Bolla del primo Giubileo
L’AQUILA. Qualche settimana fa visitando la mostra allestita nella scuola della Guardia di Finanza «L’Aquila bella mai non pò perire» ho visto da vicino anche la bolla originale con la quale Papa Celestino V il 29 settembre 1294 istituì la Perdonanza. Quel prezioso documento fino al 6 aprile era conservato in un forziere della torre del palazzo comunale. Il terremoto ha semidistrutto l’edificio che fu fatto costruire nel 1500 da Margherita d’Austria e anche la bolla celestiniana, conservata per secoli dal potere civile della città, è dovuta «fuggire» dalla città.
Forse c’è chi non si spiega perchè un documento pontificio sia stato affidato al potere civile. Quando Celestino V dopo le dimissioni da Papa (dicembre 1294) cadde in disgrazia fu prima perseguitato e poi messo in prigione dal suo successore Bonifacio VIII che temeva che Celestino, ancora vivo, potesse in qualche modo causare uno scisma nella Chiesa (da una parte Bonifacio e dall’altra i tanti fedelissimi del frate del Morrone). Furono distrutti anche molti documenti emanati dal Papa eremita. Gli aquilani non consentirono che la Bolla del 29 settembre 1294 fosse cancellata e bruciata. E da allora l’hanno conservata concedendola alla Chiesa ogni anno (da qui il corteo che accompagna la bolla lungo le strade del centro storico e al quale prendono parte i rappresentanti cittadini di arti e professioni) per sole 24 ore, dai vespri del 28 agosto a quelli del 29 agosto quando si può «lucrare» l’indulgenza plenaria entrando nella basilica di Collemaggio (la Porta Santa oggi simbolo della Perdonanza all’epoca di Celestino non esisteva ancora). Pietro Angeleri diventò Papa già molto anziano (aveva quasi 80 anni) per una serie di vicende (alcune spirituali, altre molto più terrene legate alle lotte politiche del XIII secolo).
Prima di salire al soglio di Pietro aveva trascorso molti anni di vita eremitica in una una grotta sul monte Morrone nei pressi di Sulmona anche se non era uno sconosciuto nelle corti europee e aveva legami con i Templari. Il 5 luglio 1294, dopo più di due anni di sede vacante (le grandi e potenti famiglie che esprimevano i cardinali non riuscivano a trovare un accordo), Pietro Angeleri fu scelto dal conclave che era riunito a Perugia. Si racconta che «dall’eremo sul Morrone a dorso di un asino e avendo come palafrenieri re Carlo II d’Angiò e suo figlio Carlo Martello, si mosse alla volta dell’Aquila». Il 29 agosto 1294 nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, che era stata costruita qualche anno prima proprio per volontà del frate morronese, fu incoronato Papa. La leggenda vuole che alla cerimonia ci fossero 200.000 persone (una enormità per l’epoca) e fra loro anche il sommo poeta Dante Alighieri che poi nella sua Commedia inserirà il verso sul personaggio che fece il «gran rifiuto» in cui molti hanno visto proprio Celestino V (anche se studi recenti porterebbero ad escluderlo).
La Bolla di Celestino (che viene letta prima dell’apertura della Porta Santa) prevede che «quanti confessati e sinceramente pentiti» visitano la basilica di Collemaggio dal 28 al 29 agosto di ogni anno ricevono «la remissione dei peccati e l’assoluzione dalla pena». Quindi l’indulgenza plenaria. Con quel documento nacque di fatto il primo Giubileo della storia. Quello di Bonifacio VIII del 1300 arrivò secondo. E tale resta.
Forse c’è chi non si spiega perchè un documento pontificio sia stato affidato al potere civile. Quando Celestino V dopo le dimissioni da Papa (dicembre 1294) cadde in disgrazia fu prima perseguitato e poi messo in prigione dal suo successore Bonifacio VIII che temeva che Celestino, ancora vivo, potesse in qualche modo causare uno scisma nella Chiesa (da una parte Bonifacio e dall’altra i tanti fedelissimi del frate del Morrone). Furono distrutti anche molti documenti emanati dal Papa eremita. Gli aquilani non consentirono che la Bolla del 29 settembre 1294 fosse cancellata e bruciata. E da allora l’hanno conservata concedendola alla Chiesa ogni anno (da qui il corteo che accompagna la bolla lungo le strade del centro storico e al quale prendono parte i rappresentanti cittadini di arti e professioni) per sole 24 ore, dai vespri del 28 agosto a quelli del 29 agosto quando si può «lucrare» l’indulgenza plenaria entrando nella basilica di Collemaggio (la Porta Santa oggi simbolo della Perdonanza all’epoca di Celestino non esisteva ancora). Pietro Angeleri diventò Papa già molto anziano (aveva quasi 80 anni) per una serie di vicende (alcune spirituali, altre molto più terrene legate alle lotte politiche del XIII secolo).
Prima di salire al soglio di Pietro aveva trascorso molti anni di vita eremitica in una una grotta sul monte Morrone nei pressi di Sulmona anche se non era uno sconosciuto nelle corti europee e aveva legami con i Templari. Il 5 luglio 1294, dopo più di due anni di sede vacante (le grandi e potenti famiglie che esprimevano i cardinali non riuscivano a trovare un accordo), Pietro Angeleri fu scelto dal conclave che era riunito a Perugia. Si racconta che «dall’eremo sul Morrone a dorso di un asino e avendo come palafrenieri re Carlo II d’Angiò e suo figlio Carlo Martello, si mosse alla volta dell’Aquila». Il 29 agosto 1294 nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, che era stata costruita qualche anno prima proprio per volontà del frate morronese, fu incoronato Papa. La leggenda vuole che alla cerimonia ci fossero 200.000 persone (una enormità per l’epoca) e fra loro anche il sommo poeta Dante Alighieri che poi nella sua Commedia inserirà il verso sul personaggio che fece il «gran rifiuto» in cui molti hanno visto proprio Celestino V (anche se studi recenti porterebbero ad escluderlo).
La Bolla di Celestino (che viene letta prima dell’apertura della Porta Santa) prevede che «quanti confessati e sinceramente pentiti» visitano la basilica di Collemaggio dal 28 al 29 agosto di ogni anno ricevono «la remissione dei peccati e l’assoluzione dalla pena». Quindi l’indulgenza plenaria. Con quel documento nacque di fatto il primo Giubileo della storia. Quello di Bonifacio VIII del 1300 arrivò secondo. E tale resta.