L'EDITORIALE
Giovani senza futuro, vera emergenza
Il caso di Oana, suicida a 19 anni, deve far riflettere tutti sul futuro dei ragazzi. Chi ha la possibilità cerca fortuna all'estero, ma la maggioranza è costretta a restare a casa. Occupazione giovanile in cima alle priorità della politica
La notizia che mi ha colpito di più nel corso della settimana arriva dalla Marsica e riguarda la povera ragazza che non ha retto alla delusione di ritrovarsi senza lavoro e ha deciso di farla finita. Un contratto a termine non rinnovato avrebbe fatto scattare la molla della resa. Ma si può morire in questo modo a 19 anni? Assolutamente no. Soprattutto se ad andar via è una giovane inserita nella società, e con progetti importanti nel cassetto avendo già un fidanzatino con cui immaginare di condividere il futuro. Ma quale futuro hanno questi ragazzi? Quando decidono di bussare alle porte del lavoro si trovano terribilmente soli, di fronte a ostacoli che appaiono insormontabili e avvertono un senso di precarietà assoluto.
Chi ha la possibilità cerca fortuna all'estero, ma la maggioranza è costretta a restare a casa. Il gesto di Oana ci deve far riflettere e deve diventare il simbolo del disagio giovanile, un disagio che va intercettato, capito e affrontato: nei giorni scorsi abbiamo deciso di puntare i riflettori su questo episodio proprio perché vogliamo provare a coinvolgere tutti su un tema di primaria importanza. Il dramma di quella famiglia e lo choc di una intera comunità devono scuotere le coscienze di tutti e non devono restare confinati nell'area in cui si è consumata la tragedia. Ci piacerebbe che nella prossima campagna elettorale venisse posta in cima alle priorità la questione del lavoro in generale e dell'occupazione giovanile in particolare: proviamo a sostituire le tante chiacchiere inutili con progetti in grado di offrire qualche certezza in più ai ragazzi. Non farlo significherebbe non essere in grado di governare un paese civile. A 19 anni non ci si può già ritrovare senza speranze. ©RIPRODUZIONE RISERVATA