Influenza, nella Asl 80 mila da vaccinareA novembre giorni comincia la campagna
Dai primi di luglio diagnosticati oltre cento casi, per ora nessuno si è complicato
PESCARA. Da ottanta a centomila. È questo il numero di persone residenti nel territorio della Asl che dovranno essere vaccinate contro il virus A/H1N1: bambini, ragazzi e giovani, soprattutto, perché i più esposti alle complicanze della nuova influenza pandemica.
Per la Asl è un obiettivo in linea con le indicazioni del ministero della Salute. Per i cittadini, però, non è un obbligo. Eppure, spiega Giustino Parruti, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale di Pescara, la prevenzione è indispensabile: «I vaccini per il virus variante dovrebbero essere disponibili a partire dai primi di novembre: è importante capire che bisogna coprire la popolazione non solo per i prossimi mesi, ma per gli anni a venire: non bisogna sottovalutare la nuova influenza, vaccinarsi significa abbattere i rischi di complicanze».
A Pescara le prime avvisaglie sono già arrivate: «Dai primi di luglio a oggi abbiamo già diagnosticato oltre cento casi, ricoverando in isolamento una ventina di persone con polmonite multifocale, ma per fortuna nessuno si è complicato. Il malato più grave è stato dimesso dopo una settimana: certo, c’è stato un grande lavoro da parte del pronto soccorso, del laboratorio e del reparto, facendo lo screening 3-4 volte al giorno per evitare che si complicassero». I primi portatori del nuovo virus avevano tutti lo stesso identikit: giovani tra i 15 e i 30 anni, reduci da vacanze o borse di studio all’estero che, ai primi sintomi (i classici segni dell’influenza: febbre, tosse, mal di gola, diarrea, dolori diffusi), hanno preferito rivolgersi all’ospedale.
«Il virus A/H1N1 colpisce soprattutto i più giovani perché sono le generazioni che non hanno alcun tipo di memoria immunologica verso i virus che hanno circolato negli ultimi 50 anni» spiega il primario. «Al contrario, i cinquantenni hanno già visto abbastanza virus dell’influenza e hanno sviluppato sufficiente resistenza: in tutto il mondo, infatti, gli ultracinquantenni non risultano coinvolti». Il vaccino, dunque, sarà somministrato in via preferenziale a soggetti da zero a 25-30 anni.
È la popolazione anziana, invece, quella più a rischio di fronte all’influenza stagionale, un ceppo dell’australiana attualmente in circolazione in Sudamerica che sta per arrivare come un’ondata anche in Europa. «Per la stagionale la campagna vaccinale inizierà entro breve e riguarderà, come negli anni precedenti, tra 80 e 100 mila persone, come per il virus variante» spiega Parruti. «Vaccineremo subito, entro una ventina di giorni, i pazienti a rischio classico, soprattutto gli ultrasessantacinquenni, con i ceppi della trivalente: in passato, grazie anche alla sensibilità del dipartimento di Igiene guidato da Carla Granchelli, abbiamo sempre avuto una eccellente copertura, con una risposta di oltre l’80 per cento degli aventi causa».
Dunque, in questo autunno, un numero di persone compreso tra 160 e 200 mila saranno chiamate a vaccinarsi. Un lavoro enorme che coinvolgerà Asl, medici di base e quest’anno, in modo massiccio, anche i pediatri. Sabato, ad Atri, 200 pediatri di tutto l’Abruzzo si sono ritrovati proprio per discutere dei rischi della nuova influenza e dei modi per affrontarla: «Per la prima volta» conclude Parruti, «i giovani saranno vaccinati in modo massiccio, abbiamo bisogno della loro collaborazione, e loro hanno risposto partecipando tutti al meeting».
Per la Asl è un obiettivo in linea con le indicazioni del ministero della Salute. Per i cittadini, però, non è un obbligo. Eppure, spiega Giustino Parruti, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale di Pescara, la prevenzione è indispensabile: «I vaccini per il virus variante dovrebbero essere disponibili a partire dai primi di novembre: è importante capire che bisogna coprire la popolazione non solo per i prossimi mesi, ma per gli anni a venire: non bisogna sottovalutare la nuova influenza, vaccinarsi significa abbattere i rischi di complicanze».
A Pescara le prime avvisaglie sono già arrivate: «Dai primi di luglio a oggi abbiamo già diagnosticato oltre cento casi, ricoverando in isolamento una ventina di persone con polmonite multifocale, ma per fortuna nessuno si è complicato. Il malato più grave è stato dimesso dopo una settimana: certo, c’è stato un grande lavoro da parte del pronto soccorso, del laboratorio e del reparto, facendo lo screening 3-4 volte al giorno per evitare che si complicassero». I primi portatori del nuovo virus avevano tutti lo stesso identikit: giovani tra i 15 e i 30 anni, reduci da vacanze o borse di studio all’estero che, ai primi sintomi (i classici segni dell’influenza: febbre, tosse, mal di gola, diarrea, dolori diffusi), hanno preferito rivolgersi all’ospedale.
«Il virus A/H1N1 colpisce soprattutto i più giovani perché sono le generazioni che non hanno alcun tipo di memoria immunologica verso i virus che hanno circolato negli ultimi 50 anni» spiega il primario. «Al contrario, i cinquantenni hanno già visto abbastanza virus dell’influenza e hanno sviluppato sufficiente resistenza: in tutto il mondo, infatti, gli ultracinquantenni non risultano coinvolti». Il vaccino, dunque, sarà somministrato in via preferenziale a soggetti da zero a 25-30 anni.
È la popolazione anziana, invece, quella più a rischio di fronte all’influenza stagionale, un ceppo dell’australiana attualmente in circolazione in Sudamerica che sta per arrivare come un’ondata anche in Europa. «Per la stagionale la campagna vaccinale inizierà entro breve e riguarderà, come negli anni precedenti, tra 80 e 100 mila persone, come per il virus variante» spiega Parruti. «Vaccineremo subito, entro una ventina di giorni, i pazienti a rischio classico, soprattutto gli ultrasessantacinquenni, con i ceppi della trivalente: in passato, grazie anche alla sensibilità del dipartimento di Igiene guidato da Carla Granchelli, abbiamo sempre avuto una eccellente copertura, con una risposta di oltre l’80 per cento degli aventi causa».
Dunque, in questo autunno, un numero di persone compreso tra 160 e 200 mila saranno chiamate a vaccinarsi. Un lavoro enorme che coinvolgerà Asl, medici di base e quest’anno, in modo massiccio, anche i pediatri. Sabato, ad Atri, 200 pediatri di tutto l’Abruzzo si sono ritrovati proprio per discutere dei rischi della nuova influenza e dei modi per affrontarla: «Per la prima volta» conclude Parruti, «i giovani saranno vaccinati in modo massiccio, abbiamo bisogno della loro collaborazione, e loro hanno risposto partecipando tutti al meeting».