Motopesca affonda, salvo l'equipaggioL'imbarcazione aveva 55 anni
Il mare era in burrasca e lo scafo dell'"Elena Madre" era già stato minato da un incendio due anni fa. L'autorità marittima apre un'inchiesta
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Era una barca destinata ad affondare. Solcava il mare dal 1954 e per questo la proprietà aveva chiesto di demolirla. E’ stata una tragedia annunciata quella che lunedì sera si è consumata a 10 miglia dalla costa di San Benedetto, quando il motopesca “Elena Madre” (19 metri di lunghezza e 49 tonnellate di stazza) è affondato. Tutti in salvo i tre componenti dell’equipaggio della barca iscritta al registro marittimo di Martinsicuro. Mancavano pochi minuti alle 21 di lunedì quando il comandante Giovanni Strozzieri, 58 anni, di Colonnella, ha avvertito la sala operativa della capitaneria richiedendo soccorsi per il suo peschereccio.
L’ALLARME. Lui ed altri due marinai di nazionalità tunisina, Yossef Ben Hadj e Noureddine El Ghrib, stavano compiendo una battuta di pesca a strascico e improvvisamente una parte dello scafo, in legno vecchio di ormai 50 anni, ha ceduto. Da alcune testimonianze, sembra che si sia aperta una tavola sulla prua, la parte anteriore, dell’Elena Madre, nella parte di sotto. Il mare lunedì era quasi in burrasca e le onde alte e forse troppo pesanti per quel natante già notevolmente provato per un incendio subito due anni fa. La scorsa sera l’acqua con una velocità inaudita ha cominciato a salire, ha colmato tutta la parte bassa raggiungendo con altrettanta celerità la plancia e il resto, inondandoli.
I TRE SALVATI. La paura reale di perdere la vita, a quel punto, è diventata fortissima fra i marinai. Nelle vicinanze altre imbarcazioni, notando che l’Elena Mare navigava con la prua abbassata, quindi in maniera non proprio consona, si sono avvicinate temendo subito il peggio e tentando pure un’operazione di rimorchio utilizzando una corda. Intanto sono arrivati sul posto gli aiuti, la motovedetta Cp 843 di base a San Benedetto e la motovedetta Cp 884 di base a Giulianova. I militari hanno abbordato la barca da pesca, che sarebbe affondata completamente dopo alcuni minuti, e tratto in salvo gli occupanti. Le operazioni sono state fortemente ostacolate dal maltempo.
Tutti sono stati trovati in buona salute. Per loro dopo la mezzanotte, quando hanno toccato terra, non si è reso necessario né il ricovero in ospedale né cure mediche di altro genere. Ora l’Elena Madre giace sul fondale a 50, forse 60 miglia di profondità. L’autorità marittima ha aperto proprio ieri mattina una inchiesta. Gli inquirenti, dopo aver acquisito tutti gli elementi di prova cioè dopo aver sentito l’armatore del peschereccio e il suo equipaggio e accertato le cause che hanno portato all’affondamento improvviso, avranno due mesi per chiarire anche un altro elemento importante della vicenda a questo punto. La capitaneria di porto di San Benedetto ha voluto subito sentire il comandante, che è stato ricevuto dal tenente di vascello Saverio Capezzera.
L’INCENDIO DI DUE ANNI FA. Il peschereccio iscritto nel registro marittimo di Martinsicuro aveva subito un grosso incendio due anni fa, precisamente nel mese di settembre, mentre era attraccato nel porto di San Benedetto del Tronto. In quell’occasione la causa fu il surriscaldamento della pompa di sentina. Così, allora, concluse la Capitaneria di Porto dopo i rilievi a bordo e una indagine. Al momento dell’incendio nessun marinaio era presente. I vigili del fuoco impiegarono ben 6 ore per domare le fiamme che avevano avvolto la barca ormeggiata nel porto di San Benedetto.
L’ALLARME. Lui ed altri due marinai di nazionalità tunisina, Yossef Ben Hadj e Noureddine El Ghrib, stavano compiendo una battuta di pesca a strascico e improvvisamente una parte dello scafo, in legno vecchio di ormai 50 anni, ha ceduto. Da alcune testimonianze, sembra che si sia aperta una tavola sulla prua, la parte anteriore, dell’Elena Madre, nella parte di sotto. Il mare lunedì era quasi in burrasca e le onde alte e forse troppo pesanti per quel natante già notevolmente provato per un incendio subito due anni fa. La scorsa sera l’acqua con una velocità inaudita ha cominciato a salire, ha colmato tutta la parte bassa raggiungendo con altrettanta celerità la plancia e il resto, inondandoli.
I TRE SALVATI. La paura reale di perdere la vita, a quel punto, è diventata fortissima fra i marinai. Nelle vicinanze altre imbarcazioni, notando che l’Elena Mare navigava con la prua abbassata, quindi in maniera non proprio consona, si sono avvicinate temendo subito il peggio e tentando pure un’operazione di rimorchio utilizzando una corda. Intanto sono arrivati sul posto gli aiuti, la motovedetta Cp 843 di base a San Benedetto e la motovedetta Cp 884 di base a Giulianova. I militari hanno abbordato la barca da pesca, che sarebbe affondata completamente dopo alcuni minuti, e tratto in salvo gli occupanti. Le operazioni sono state fortemente ostacolate dal maltempo.
Tutti sono stati trovati in buona salute. Per loro dopo la mezzanotte, quando hanno toccato terra, non si è reso necessario né il ricovero in ospedale né cure mediche di altro genere. Ora l’Elena Madre giace sul fondale a 50, forse 60 miglia di profondità. L’autorità marittima ha aperto proprio ieri mattina una inchiesta. Gli inquirenti, dopo aver acquisito tutti gli elementi di prova cioè dopo aver sentito l’armatore del peschereccio e il suo equipaggio e accertato le cause che hanno portato all’affondamento improvviso, avranno due mesi per chiarire anche un altro elemento importante della vicenda a questo punto. La capitaneria di porto di San Benedetto ha voluto subito sentire il comandante, che è stato ricevuto dal tenente di vascello Saverio Capezzera.
L’INCENDIO DI DUE ANNI FA. Il peschereccio iscritto nel registro marittimo di Martinsicuro aveva subito un grosso incendio due anni fa, precisamente nel mese di settembre, mentre era attraccato nel porto di San Benedetto del Tronto. In quell’occasione la causa fu il surriscaldamento della pompa di sentina. Così, allora, concluse la Capitaneria di Porto dopo i rilievi a bordo e una indagine. Al momento dell’incendio nessun marinaio era presente. I vigili del fuoco impiegarono ben 6 ore per domare le fiamme che avevano avvolto la barca ormeggiata nel porto di San Benedetto.