San Giovanni, l’eremo tra le rocce e i faggi con la porta minuscola
E’ il più caratteristico e suggestivo tra gli eremi celestiniani, San Giovanni, raggiungibile solo mediante un sentiero di montagna, consigliabile a esperti o visitatori accompagnati da una guida....
E’ il più caratteristico e suggestivo tra gli eremi celestiniani, San Giovanni, raggiungibile solo mediante un sentiero di montagna, consigliabile a esperti o visitatori accompagnati da una guida. Il sentiero, a circa 8 chilometri di sterrata da De Contra, nella prima parte scende verso l’Orfento, poi piega a sinistra e per alcuni tratti pianeggianti lambisce a destra lo strapiombo sulla valle. Nell’ultima parte risale verso l’eremo: due antri scavati nella roccia, opera di più eremiti che hanno soggiornato nel corso dei secoli in quella che doveva essere in origine una grotta. La loro perizia è stata tale che sono riusciti a costruire anche un sistema articolato di canali scavati nella roccia per la raccolta dell’acqua piovana. Impressionanti gli scalini d’ingresso scavati nella roccia, con un passaggio che rende difficoltoso l’accesso alla grotta. Per entrare, infatti, bisogna sdraiarsi a terra e infilarsi strisciando in una fessura, una strettoia che probabilmente costituiva un sistema di difesa contro bestie o intrusi. L’accesso all’eremo avviene dunque attraverso un camminamento scavato nella parete, la cui larghezza in alcuni punti non è più ampia di mezzo metro. I due piccoli ambienti dell’eremo presentano numerose nicchie scavate nelle pareti e un altarino. L’impianto idrico, inciso nella roccia, raccoglie l’acqua piovana in alcune vasche, quasi tutte funzionanti. Insomma un piccolo gioiello nel verde cupo dei faggi. L’eremo di San Giovanni èil più difficile da raggiungere tra quelli abitati da Celestino, che vi dimorò fino al 1274. Anche la strada sterrata che collega De Contra a Pianagrande è percorribile solo con un fuoristrada. (m.t.)
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