Valle dell’Orfento, là dove vola il falco

Nel cuore della Maiella un paesaggio unico e selvaggio

VALLE DELL’ORFENTO. Nasce direttamente dal cuore della Maiella e offre verso il massiccio abruzzese panorami mozzafiato, come la celebre immagine del falco creata dall’accostamento di tre cime della Maiella. E’ la valle dell’Orfento, che raggiunge dalle sue sorgenti montane il paese di Caramanico, dove muore come affluente dell’Orta, altro grande e suggestivo fiume del bacino della Maiella. Ma le forre dell’Orfento sono ancora più strette, ancora più ripide, come dimostra lo spettacolo visibile dal ponte che consente di entrare attraverso la provinciale nell’abitato di Caramanico. E proprio in prossimità del ponte di Caramanico scende il sentiero che permette di attraversare buona parte della valle, sentiero che nei primi tratti presenta un paesaggio davvero poetico, con ponticelli e passerelle immersi in un verde lussureggiante. Inoltre, una rete di sentieri percorre tutta la valle su entrambe le sponde, anche se, essendo tutta la zona riserva protetta, per seguirli occorre chiedere l’autorizzazione al Centro visite di Caramanico (085922343), che si trova all’interno del nucleo abitato, curato dalla Forestale e che ospita tra l’altro un interessante museo dedicato alla Maiella. Nel Centro sono ospitati anche animali feriti, soprattutto rapaci, che vengono tenuti in cattività per essere curati e che sono mostrati al pubblico. Ma Caramanico offre anche altre attrattive: è d’obbligo infatti una visita alle fonti del cosiddetto Pisciarello, fonte d’acqua purissima e rinomata, nei pressi della quale sorge anche un divertente parco avventura, con percorsi tra gli alberi adatti a tutte le età. Senza contare naturalmente le fonti d’acqua sulfurea e le celeberrime terme, da sempre motore dell’economia del paese. Sempre nel comune di Caramanico, poi, si trova la chiesa di San Tommaso, mirabile esempio di architettura romanica nell’alta val Pescara insieme alla celeberrima basilica di San Clemente a Casauria di Torre de’ Passeri. La chiesa è un piccolo gioiello del passato: intitolata in origine a San Thomas Becket, l'arcivescovo di Canterbury assassinato nella sua cattedrale nel 1173, fu fatta costruire dal feudatario normanno Riccardo Trogisio. L’edificio consta di una pianta a tre navate con un’unica abside semicircolare. La facciata presenta sull'architrave del portale centrale uno splendido altorilievo di Cristo in trono benedicente con i dodici Apostoli. Tra i vari affreschi duecenteschi presenti nella chiesa di particolare interesse è quello di San Cristoforo realizzato su uno dei pilastri della navata principale, la raffigurazione è gigantesca ed è collegata con la venerazione di questo santo. La chiesa di San Tommaso conferma la forte spiritualità dei luoghi, che d’altra parte ospitano resti di eremi utilizzati nel Medioevo, come l’eremo di San Giovanni, che fu abitato da Pietro da Morrone, poi papa con il nome di Celestino V, condannato da Dante all’Inferno per aver rifiutato il trono papale, e che era alla continua ricerca di luoghi sperduti dove fuggire la massa dei fedeli che lo venerava. Secondo un’altra leggenda Frà Pietro si fece calare nella grotta che ospita l’eremo addirittura con una fune. Del resto non si può davvero biasimare il santo eremita per aver scelto per vivere un luogo meraviglioso, dal quale è possibile contemplare dall’alto la Valle dell’Orfento in tutta la sua bellezza. Per recarsi all’eremo di San Giovanni occorre raggiungere De Contra, una frazione di Caramanico, attraverso un bivio che a pochi chilometri dall’ingresso del paese provenendo da Pescara, con una svolta a sinistra nella direzione di marcia, porta alle pendici della Maiella. Superata un’altra frazione di Caramanico, Riga, si raggiunge De Contra e, alla fine del piccolo centro, la carrareccia che si inerpica su in direzione del Block Haus. La carrareccia prosegue per alcuni chilometri con una serie di tornanti, fino ad una sbarra che indica la fine della strada percorribile dall’automobile, meglio se fuoristrada. Da qui occorre continuare a piedi per raggiungere l’imboccatura del sentiero che porta all’eremo, a poche centinaia di metri dalla sbarra, sulla destra. Tuttavia il sentiero verso San Giovanni, anche se semplice, presenta dei tratti a strapiombo sulla valle ed è consigliabile solo ad abituali frequentatori della montagna o ad escursionisti accompagnati da una guida. Per gli altri, tuttavia, la continuazione della carrareccia verso il Block Haus presenta anch’essa spunti panoramici notevoli, analoghi alla visuale sulla valle dell’Orfento che si scopre da De Contra, e che risulta bellissima. Proseguendo verso il Block Haus dopo qualche centinaio di metri ci si imbatte in un’area pic nic, piegando a destra, e lasciando la carrareccia, si giunge ad incontrare sul crinale della valle il sentiero che risale dal fiume. Se si ridiscende questo sentiero per altri due o trecento metri si scopre uno dei punti panoramici più belli della valle e forse dell’Abruzzo intero. Ad un certo punto infatti sulla destra si incontra una specie di balconata naturale di roccia a picco sulla valle. Facendo attenzione e con molta cautela ci si può sporgere sulla balconata e contemplare dall’alto l’intera vallata dell’Orfento che dal quel punto offre davvero il meglio di sé.

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