"Università bandita": 66 indagati per i concorsi truccati

CATANIA

Concorsi truccati: 66 indagati, coinvolta la d'Annunzio

Inchiesta su 27 selezioni relative a 17 prof ordinari, 4 associati e 6 ricercatori. Spunta un "codice sommerso", sospetti su altre 97 prove

CATANIA. C'è anche una docente dell'ateneo d'Annunzio, Chieti-Pescara, tra i 66 indagati della procura di Catania che coordina l'attività investigativa della Digos su 27 concorsi universitari. Il rettore dell'ateneo etneo, Francesco Basile, l’ex rettore Giacomo Pignataro e altri otto docenti universitari con ruoli apicali. Sono: Giuseppe Uccio Barone (Scienze Politiche), Michela Cavallaro (Economia), Giovanni Gallo (Matematica), Carmelo Monaco (Agraria), Giuseppe Sessa (Medicina), Filippo Drago (Medicina), Giancarlo Magnano di San Lio (Filosofia), Roberto Pennisi (Giurisprudenza). Tutti i docenti sono stati sospesi dal servizio dal giudice delle indagini preliminari (gip): e risultano indagati per associazione a delinquere, corruzione e turbativa d'asta. Complessivamente, sono 40 i prof finiti sott'inchiesta nelle università di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia. L'ordinanza applicativa della misura interdittiva della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio emessa dal gip di Catania, su richiesta della locale procura distrettuale, è stata eseguita da personale della polizia di Stato. I nove docenti destinatari del provvedimento sono professori con posizioni apicali all'interno dei dipartimenti dell' università di Catania. La polizia sta eseguendo 41 perquisizioni nei confronti dei 40 professori indagati. L'inchiesta, denominata Università Bandita, nasce da indagini avviate dalla Digos della questura di Catania su 27 concorsi che per l'accusa sono stati truccati. E in particolare riguardano l'assegnazione di 17 posti per professore ordinario, quattro per professore associato e sei per ricercatore.

La Digos all'università di Catania per l'inchiesta sui concorsi truccati

Un vero e proprio «codice di comportamento sommerso» operante in ambito universitario, secondo il quale gli esiti dei concorsi devono essere predeterminati dai docenti interessati. È quanto emerge dall'operazione Università bandita, illustrata stamane nel corso di una conferenza del procuratore della repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro. Le indagini hanno accertato come nessuno spazio doveva essere lasciato a selezioni meritocratiche e nessun ricorso amministrativo poteva essere presentato contro le decisioni degli organi statutari. Secondo quanto accertato, le regole del codice avevano un un preciso apparato sanzionatorio e le violazioni erano punite con ritardi nella progressione in carriera o esclusioni da ogni valutazione oggettiva del proprio curriculum scientifico. Tutti i concorsi sarebbero stati organizzati prima, sulla base del vincitore. È quanto emerge dalle indagini della Digos. Insomma, il bando sarebbe stato costruito ad hoc attorno al vincitore, le pubblicazioni sarebbero stata stabilite in base a quelle che lui aveva e l'ordine di chiamata sarebbe stato deciso in base alla possibilità di avere una persona invece che un'altra. Si sarebbero inoltre creati finti eventi culturali per poter pagare le trasferte ai commissari. In un colloquio intercettato dagli investigatori il presidente di una commissione di concorso e il capo di un dipartimento, in presenza del vincitore designato, avrebbero chiamato una persona che aveva presentato la domanda convincendola a revocarla. Man mano che gli investigatori controllavano i concorsi, non sono riusciti a trovare uno solo svolto con criteri meritocratici. L'unica volta in cui il soggetto più meritevole stava vincendo un concorso, la commissione sarebbe stata richiamata all'ordine dal rettore, che avrebbe imposto invece una modifica del concorso per far vincere chi era stato precedentemente designato. La procura di Catania aveva chiesto gli arresti domiciliari per il rettore e i nove professori, ma il gip ha disposto il provvedimento cautelare della sospensione dall'attività professionale. Nel fascicolo d'indagine figurano anche altre sei persone a vario titolo collegate con l'università di Catania. La Digos, oltre ai 27 concorsi ritenuti truccati, sta svolgendo indagini su altre 97 procedure concorsuali.