Franco Marini, 87 anni, originario di San Pio delle Camere (L'Aquila)

ANCHE L'ABRUZZO IN LUTTO

E' morto Franco Marini, il "lupo marsicano"

L'ex presidente del Senato era di San Pio delle Camere, aveva 87 anni ed era stato ricoverato per Covid. I messaggi di cordoglio. Lutto cittadino in paese che si appresta ad accogliere la salma, i funerali giovedì a Roma

ROMA. E' morto Franco Marini. Abruzzese di San Pio delle Camere (L'Aquila), l'ex presidente del Senato aveva 87 anni e si è spento nella clinica romana di Villa Mafalda dove era stato ricoverato da qualche giorno e dopo che il 27 gennaio era stato dimesso per Covid dall'ospedale di Rieti.

San Pio delle Camere ha proclamato il lutto cittadino e si prepara ad accogliere la salma dove sarà tumulata nel cimitero accanto a quella della moglie Luisa Orazi.

I funerali infatti sono in programma giovedì 11, alle 11, a Roma, in forma strettamente privata, nella chiesa di San Roberto Bellarmino in piazza Ungheria. Domani viene invece aperta, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17, la camera ardente presso la casa di cura romana Villa Mafalda.

A dare la notizia della scomparsa dell'esponente del Partito Democratico è stato Castagnetti su Twitter:  "Ci ha lasciato Franco Marini. Già presidente del Senato, ministro del Lavoro, segretario generale Cisl e segretario nazionale PPI. Uomo integro, forte e fedele a un grande ideale: la libertà".

Marini quattro anni fa aveva perso la moglie Luisa Orazi. Descritto come testardo e determinato da chi lo conosceva bene, era soprannominato “lupo marsicano” proprio per il suo carattere da vero abruzzese molto legato alla propria terra. Primogenito di una numerosa famiglia di modeste condizioni economiche, a nove anni si trasferì a Rieti per esigenze di lavoro del padre, impiegato nella Supertessile, e si diplomò al liceo classico Marco Terenzio Varrone. Conseguita la laurea in Giurisprudenza, svolse il servizio di leva come ufficiale negli alpini.

Con un passato in cui sindacato e politica sono sempre andati di pari passo — prima la Cisl e la Democrazia Cristiana (iscritto dal 1950), poi il Partito Popolare, quindi la Margherita e da ultimo il Partito democratico — tra i suoi "vezzi" c’era quello di indossare, quando possibile, il cappello con la penna nera degli alpini e quello di tenere spesso in mano una pipa spenta. Da ultimo ha anche sfiorato l’elezione al Quirinale.

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All’inizio di quest’anno Marini era stato ricoverato nell’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti con diagnosi di media insufficienza respiratoria causata da Covid-19, per poi essere dimesso a fine mese con completa guarigione del quadro respiratorio e discrete condizioni generali.

IL LUTTO DELL'ABRUZZO.

Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio: "L’Abruzzo perde una delle sue figure più autorevoli e rispettate. A nome mio e della giunta regionale esprimo il cordoglio per la scomparsa di Franco Marini, politico e sindacalista che ha svolto la sua attività raggiungendo i massimi livelli istituzionali prestando sempre particolare attenzione alla sua terra d'origine".

L'assessore regionale Guido Quintino Liris: “Franco Marini è stato un riferimento centrale per la vita politica e sindacale della nostra provincia, della regione, dell’Italia intera. Con tenacia, caparbietà e uno sconfinato senso delle istituzioni è riuscito a ricoprire ruoli di assoluto rilievo nel panorama nazionale. Marini rappresenterà sempre un modello di integrità, libertà, attaccamento ai valori democratici più profondi. La sua battaglia per l’equità sociale, durata una vita intera, dovrà essere monito per tutte le classi dirigenti. Il legame con la sua terra e le sue origini ci restituiscono il senso di una abruzzesità vera e profonda, quasi iconografica: uno stimolo per tutti a tenere sempre in estrema considerazione la tutela della nostra regione”.

Camillo D'Alessandro (deputato abruzzese di Italia Viva): "Se ne va punto riferimento cattolici-democratici. Franco Marini ci ha lasciato. Con la sua scomparsa perdiamo un punto di riferimento della politica italiana nel periodo più difficile per i cattolici democratici in politica. È stato un uomo di battaglia, di saggezza, di equilibrio per il mondo della politica e del lavoro.Ha formato e avviato alla politica e al sindacato tanti giovani ora diventati classe dirigente. Marini ha fatto la storia, e l'Abruzzo perde uno dei suoi figli più illustri".

Silvio Paolucci, capogruppo del Pd in consiglio regionale: “Con Marini scompare un grande abruzzese, un nome che ha fatto storia per essere stato a servizio del sindacato, della politica e dello Stato nella sua lunga parabola professionale e personale.
Per quanti in questi anni sono cresciuti facendo politica e amministrando la cosa pubblica, è stato un
interlocutore prezioso e un riferimento importante, sempre disponibile e attento. Perdiamo un esponente
di primissimo piano di una classe prestigiosa di dirigenti e di maestri. Il suo Abruzzo, sia quello delle origini in cui amava tornare, che quello della politica e dell’impegno civile, gli deve molto”.

Gianni Melilla, ex parlamentare e sindacalista Cgil: "Franco Marini è stato uno dei più grandi sindacalisti e politici italiani. Con Lui ho avuto una amicizia personale  lunga iniziata nel Sindacato e consolidatasi in politica. Tante riunioni, chiacchierate, convivialità tutta abruzzese e dunque speciale. Lo votai Presidente della Repubblica, in dissenso col mio gruppo parlamentare di Sel perché lo ritenevo degno e capace di ricoprire la prima carica dello Stato dopo che aveva assolto in modo positivo la funzione di presidente del Senato. La sua mancata elezione è una macchia vergognosa della storia del Pd e tutti sanno chi ne fu responsabile. I ricordi sono tanti e tutti belli, ma proprio tutti. Caro Franco, riposa in pace".

Gianni Costantini, ex sindaco di San Pio delle Camere: "Franco Marini ha fatto tanto per la nostra nazione ma non si è mai dimenticato della sua terra. Anche con i suoi alti incarichi è stato sempre presente, non dimenticandosi mai della sua gente. Eravamo amici anche fuori dalla politica, mi dispiace molto ma questa è la vita. Da mesi non si vedeva per via delle condizioni di salute non buone, l'ho sentito al telefono, era sempre molto lucido".

Marco Alessandrini (ex sindaco Pescara): "Se ne è andato Franco Marini, uno dei primi “big” che ho avuto il piacere di incontrare lungo il corso della mia esperienza politica. Era un democristiano cordiale, emblema dell’Abruzzo forte e gentile, di lotta e di governo. Ricordo in particolare la delicatezza nel parlarmi della sua lunga militanza politica e sindacale al fianco di Carlo Donat Cattin. La terra gli sia lieve".

Lorenzo Sospiri (presidente consiglio regionale): “Il Senatore Franco Marini ha indubbiamente rappresentato la voce dell’Abruzzo in una importante
stagione politica che è stata quella del fare. Dal sindacato ai ruoli di Governo, così come di partito,
ha fatto sentire la propria presenza autorevole, senza mai negare il confronto e il dialogo, anche con
i propri avversari politici, mai nemici, ma interlocutori di parte contrapposta. Pensavamo avesse
superato la crisi del Covid-19, che lo aveva colpito a inizio gennaio, e mai avremmo pensato che
quella drammatica pandemia che ormai ci affligge da un anno potesse sconfiggere la sua forza da
leone. Della sua figura, che ha avuto un ruolo importante in Abruzzo come nella storia politica del nostro Paese, resteranno indelebili i ricordi di franchezza e autorevolezza. Sui problemi del Paese, da amministratore nelle più alte cariche dello Stato e da
sindacalista, aveva uno sguardo concreto, disincantato, ma mai disilluso, una visione che gli ha
permesso di coltivare passioni e sogni, di pensare sempre in grande e di immaginare, di prefigurare.
Ed è questa forse l’eredità più importante che lascia ai suoi abruzzesi, quella comunità alla quale ha
sempre sentito di appartenere sebbene la vita familiare lo abbia condotto a vivere, studiare e
lavorare a Rieti, ma l’Abruzzo era sicuramente il suo cuore”.