Le dune e la vegetazione nell'area dello Jova beach

VASTO

Jova beach party, si scalda l'attesa: "Spostate l'evento in aree compatibili"

Le associazioni ambientaliste insorgono a tutela di spiaggia, vegetazione e fauna protetta. Le osservazioni nella Valutazione di incidenza ambientale, dubbi anche sull'afflusso degli spettatori. E sulle spesa del Comune per tombare Fosso Marino

PESCARA. "Altro che sostenibilità del concerto, le spiagge non sono cumuli di sabbia inerte dove fare piste da ballo tombando pure corsi d'acqua, ma siti dove vivono piante e animali. Perché Jovanotti non va a esibirsi nei luoghi del disastro ambientale, dall'Ilva di Taranto al petrolchimico di Gela?". Sono solo alcune domande e i (tanti) dubbi che esprimono le associazioni ambientaliste sull'evento del Jova beach in programma sulla spiaggia di Vasto il 19 e 20 agosto (gli spettatori sono passati da 30mila inizialmente previsti a 20mila), a margine del corposo documento sulla procedura di Valutazione di incidenza ambientale.

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Nei giorni scorsi Lndc animal protection aveva scritto al ministro della Transizione ecologica per chiedere che vieti una volta per tutte questo genere di eventi in luoghi di interesse naturale: "Spiagge stravolte, dune spianate, alberi e cespugli abbattuti: ecco quali sono le azioni preparatorie per i concerti di Jovanotti che dovrebbero – teoricamente – difendere l’ambiente. Nella realtà però stravolgono gli ecosistemi e mettono a rischio la riproduzione di specie in via d’estinzione". Anche Italia Nostra aveva preso posizione e calcato la mano sulla situazione di rischio esondazione, inquinamento e ambientale che è stata creata con la chiusura di Fosso Marino.

Lo stato di Fosso Marino nell'area dello Jova beach

Ora, Lipu, Soa, Gfv e Arci Vasto, sostengono che per preparare l'area dell'evento è stata spazzata via dal Comune "vegetazione protetta che lo stesso consulente dell'ente chiedeva di conservare". E' stato chiuso con la spesa di 80mila euro un corso d'acqua, Fosso Marino, sulla spiaggia e inoltre "sono già state spostate per fare spazio al concerto le giostre, andando a occupare in pieno periodo riproduttivo un'area importante per il fratino (specie protetta), ma i tecnici di Jova non se ne sono accorti".

Per gli ambientalisti il concerto sconvolge un'area con destinazione a tutela e rinaturalizzazione secondo il Piano del Demanio marittimo regionale e quello comunale. E aggiungono: "I potenti amplificatori e le luci del palco sono rivolte in direzione della vicina Riserva naturale Marina di Vasto e delle relative dune distanti solo 750 metri: occorrebbe ruotare il palco di almeno di 180 gradi per mitigare l'incidenza delle emissioni luminose e sonore che possono impattare sulla rara fauna presente. Questa, sì, che sarebbe l'attenzione nei riguardi dell'ambiente e di un sito di Interesse Comunitario protetto, sulla carta, addirittura a scala europea".

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 I rappresentanti delle varie sigle ambientalistiche hanno illustrato le ragioni delle critiche. "L'area scelta aveva delle caratteristiche ambientali di interesse per la presenza del Fratino che nidifica, di specie dunali importanti come il ginestrino delle spiagge" spiega Augusto De Sanctis della Stazione Ornitologica Abruzzese.  Le sigle sono del parere che i concerti si devono  fare negli stadi "e non nei siti di interesse naturalistico".

La procedura di incidenza ambientale vedrà, come stabilisce una legge regionale, il Comune stesso valutare proprio l'incidenza ambientale del concerto: "Noi crediamo che questo sia sbagliato anche perché ci sono molte incongruenze in questa procedura di valutazione di incidenza ambientale (Vinca) e molte criticità ".

Stefano Taglioli, Gruppo Fratino Vasto e Soa ha poi aggiunto che quest'anno che durante la nidificazione del fratino c'è stato lo spostamento del luna park in una zona di potenziale nidificazione quando invece sulla Valutazione di incidenza ambientakle era scritto che "lo spostamento del luna park doveva avvenire al termine della nidificazione".

Stefano Allavena, Lipu Abruzzo, ha concluso dicendo che «le spiagge in generale in Italia sono state quasi distrutte e sono rimaste solo piccole zone superstiti dove sono rimaste flora e fauna di pregio "sulle quali", ha sottolineato, "si è concentrata l'attenzione degli organizzatori di concerti che comporta intanto lo spianamento delle dune, la distruzione della vegetazione, rendendo l'ambiente completamente inutile e non abitabili alle specie vegetali e animali che sono tra l'altro tutelate a livello comunitario e nazionale per cui si stanno facendo delle operazioni contrarie alle direttive internazionali a cui l'Italia deve uniformarsi e deve rispettare».

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Infine le prescrizioni sul controllo di afflusso e deflusso degli spettatori prima e dopo il concerto sono, ad avviso delle associazioni ambinetaliste, lacunose, in considerazione "dell'altissimo rischio di bivacco e calpestio delle dune nella vicinissima Riserva": Ci chiediamo se siano Stati coinvolti i delegati dal Comune alla gestione della Riserva (Wwf e Legambiente) e se le stesse due associazioni si siano fatte parte attiva per questo problema".