Lanciano, Honeywell annuncia la chiusura: in 420 rischiano il posto
La decisione dell'azienda dopo l'incontro al ministero e due mesi di sciopero. Riunita subito l'assemblea dei lavoratori. Appello dei sindacati e due interrogazioni Pd e Mdp al ministro
LANCIANO. La direzione aziendale della Honeywell ha comunicato ai sindacati la chiusura dello stabilimento di Atessa (Chieti) che produce turbo diesel e dove sono impiegati 420 lavoratori. L'azienda ha sostenuto che, a conclusione della procedura di solidarietà che scade il prossimo 2 aprile, verrà aperto il percorso di mobilità. I sindacati hanno immediatamente convocato un'assemblea per le 18 di stasera nella sala polifunzionale di Atessa. I lavoratori Honeywell stanno attuando da 60 giorni il presidio permanente dello stabilimento. "E' una catastrofe sociale, economica e industriale per l'Abruzzo, la Provincia di Chieti e l'intero comprensorio Frentano", dichiara Mario Pupillo, sindaco di Lanciano e presidente della Provincia di Chieti. «Ora non si lasci da soli i lavoratori della Honeywell», incalza il segretario regionale dell'Udc e sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio,
Il ministro dello Sviluppo economico. «Si tratta di una decisione estremamente grave», afferma Carlo Calenda che aveva avviato un tavolo di trattativa con l'azienda. Solo un giorno prima al Mise era stato ricevuto il vertice aziendale e il Governo aveva rinnovato la disponibilità piena a sostenere programmi di investimento in innovazione e ricerca, per 50 milioni di euro, per mantenere l'attività produttiva nello stabilimento di Atessa. La Honeywell non ha accolto la proposta avanzata dal Ministro e ha comunicato la decisione di cessare l'attività. «In accordo con le organizzazioni sindacali e le istituzioni territoriali - si legge in una nota - il Ministero continuerà a seguire la vicenda con l'obiettivo di trovare soluzioni che possano garantire gli attuali livelli occupazionali. Già nei prossimi giorni verrà convocato al MISE un tavolo con tutti i soggetti coinvolti».
INTERROGAZIONI. Il deputato abruzzese di Mdp Gianni Melilla ha subito fatto sapere che in un'interrogazione al ministro dello Sviluppo economico Calenda, a prima firma di Bersani, è stato subito chiesto l'intervento del Governo per chiedere «un ripensamento della scelta» alla Honeywell e «l'apertura di un tavolo negoziale». «Questa conclusione drammatica della vertenza - si legge nel documento firmato da altri 28 parlamentari - rappresenta un duro colpo non solo per i 420 lavoratori e le loro famiglie, ma per la economia della provincia di Chieti e della Regione Abruzzo con una caduta brusca dell'occupazione, del reddito e dei consumi. Occorre operare un intervento del Governo e della Regione Abruzzo per portare la Honeywell ad una valutazione più responsabile della scelta annunciata e lavorare insieme ad una soluzione diversa che salvaguardi la presenza produttiva ed occupazionale di questa multinazionale in Abruzzo».
«L'annunciata chiusura dello stabilimento Honeywell di Atessa è un altro duro colpo all'occupazione abruzzese. L'interruzione drammatica della vertenza che lascia a casa 420 lavoratori rappresenta un danno insopportabile per un territorio già fortemente colpito dalla crisi economica», afferma la senatrice del Pd Stefania Pezzopane eletta in Abruzzo, che annuncia un'interrogazione al ministro Calenda. «Chiediamo al Governo e al ministro Calenda - si legge in una nota - di insistere con gli sforzi già avviati per portare la multinazionale Honeywell a riconsiderare una decisione così amara per l'economia del territorio che rischia di avere delle gravi ripercussioni sui redditi e sui consumi, nonostante il lavoro prezioso fatto dal vicepresidente della Regione Lolli, a cui chiediamo di continuare la battaglia per difendere i diritti dei lavoratori. Ai lavoratori della Honeywell va tutta la nostra solidarietà e la conferma del nostro impegno concreto per riaprire una vertenza che salvaguardi la presenza occupazionale in Abruzzo».
E l'immediato intervento del Governo e l'apertura di un confronto al Ministero viene chiesto anche dal segretario generale Fim-Cisl, Marco Bentivogli: "l'irresponsabilità e il mancato rispetto del sindacato e delle istituzioni italiane non può passare senza una forte reazione delle istituzioni italiane". "Dopo oltre due mesi di sciopero - spiega Bentivogli - durante i quali la direzione aziendale di Honeywell non ha avuto neanche la decenza di incontrare il sindacato e i lavoratori per comunicargli le proprie intenzioni questa mattina, all'indomani dell'incontro tra azienda e Ministero dello Sviluppo Economico, il nuovo amministratore delegato ha comunicato la chiusura dello stabilimento per il secondo trimestre 2018 del sito abruzzese. È un epilogo inaccettabile in un quadro in cui peraltro lo stabilimento aveva sempre raggiunto elevati standard di produttività e le istituzioni italiane avevano dimostrato disponibilità a sostenere con investimenti il rilancio produttivo del sito».