CHIETI

Terrorismo, arrestato il tunisino accusato di istigare alla violenza sui social

I carabinieri prelevano il 39enne a Fresagrandinaria, un mese fa gli era stata perquisita l'abitazione

CHIETI. E' stato arrestato il cittadino tunisino 39enne, Taha Boussetta, indagato per terrorismo o che un mese fa era stato portato in caserma dopo la perquisizione domiciliare a Fresagrandinaria, nell'Alto vastese.

leggi anche: L’indagato per terrorismo e l’attentatore di Bruxelles: spuntano contatti sui social  Accertamenti sui rapporti virtuali fra il tunisino di 39 anni che abita nel Vastese e il connazionale che ha ucciso due svedesi in strada a colpi di Kalashnikov

L'accusa è sempre quella di far parte dell'associazione  Stato islamico che si propone di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico (come dalll’articolo 270 del Codice penale).

leggi anche: Istiga al terrorismo su Facebook con foto di armi e frasi violente  Il 39enne è accusato di far parte dell’associazione Stato islamico: propaganda e proselitismo sui social Sequestrati cellulari e dispositivi informatici: s’indaga per ricostruire la rete di relazioni dell’indagato

Ad eseguire l'arresto sono stati i carabinieri del Ros e della Stazione all'esito delle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale dell’Aquila. Secondo l'ipotesi d'accusa, il tunisino  svolgerebbe attività di propaganda e proselitismo su Facebook per l’associazione terroristica Stato islamico. Il tutto da Fresagrandinaria, il piccolo paese dell’Alto Vastese in cui vive da circa un anno, insieme alla famiglia, dopo che era arrivato nel comune dell'Alto vastese con un programma di protezione dedicato ai rifugiati.

L'indizio da cui hanno preso le mosse le indagini è stata l'amicizia Facebook tra l'uomo e il terrorista Lasoued Abdessalam, autore dell'attentato a Bruxelles del 16 ottobre 2023, quando uccise due cittadini svedesi prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia belga. Dalle indagini sul conto di Taha Boussetta, è risutata una continua attività di propaganda su Facebook a favore di organizzazioni terroristiche di matrice jihadista. L'uomo si rivolgeva ai suoi «amici» social, moltissimi di lingua araba, presenti sia sul territorio nazionale che all'estero, cercando di influenzarli in senso radicale, pubblicando immagini antisemite, antioccidentali e riferite al jihad militare contro gli «infedeli», anche a costo del «martirio», avendo come obiettivo ultimo la realizzazione del califfato mondiale.