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Uccide la moglie e l'amica, il testimone: «L'ho visto uscire coperto di sangue»

Un residente rivela al Centro quegli attimi terribili in via Zara: «Aveva i coltelli in mano e ha urlato: ora vado a uccidere quell'altra»

ORTONA. «L’ho visto appena dopo che aveva ammazzato la moglie, si dirigeva verso di me tutto insanguinato e con due coltelli in mano. Mi sono allontanato subito, facendo retromarcia con l’auto». È una testimonianza choc quella che un uomo ha fatto al Centro, chiamando in redazione subito dopo il duplice omicidio che ha scosso Ortona. È stato lui uno dei primi ad arrivare sul luogo dove Letizia Primiterra è stata uccisa dal marito Francesco Marfisi, in via Zara, nel quartiere San Giuseppe di Ortona. Il testimone racconta al giornale quanto ha visto in tutta la sua drammaticità: «Erano le 14,15 circa», sostiene al telefono l’uomo, «quando stavo parcheggiando la mia auto a pochi passi dalla palazzina dove è avvenuto il dramma. Ho sentito urlare, era l’amica di Primiterra che stava scappando cercando di richiamare l’attenzione della gente del posto. È proprio in quel momento che dalla mia automobile ho visto Marfisi in strada venire verso di me. Era tutto sporco di sangue, anche sul volto, e con in mano questi due grossi coltelli. Ho notato una donna scappare in direzione opposta alla sua, urlava “l’ha ammazzata, l’ha ammazzata”».

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Secondo quanto riferito dal testimone al Centro, Marfisi avrebbe citofonato all’appartamento della palazzina di via Zara, dove viveva l’amica della moglie. Avrebbe chiesto alla 47enne di scendere e poi all’ingresso dell’edificio si è consumato l’omicidio. Il racconto drammatico prosegue e il testimone sostiene che Marfisi avrebbe pronunciato parole da brividi: «Adesso vado ad ammazzare anche l’altra». E a quel punto l’uomo si è diretto in contrada Tamarete per uccidere Laura Pezzella, 33 anni, amica di Primiterra, alla quale probabilmente veniva attribuita dal marito la crisi del loro rapporto. Compiuto il duplice delitto il 50enne Marfisi è tornato in via Zara, ancora armato dei suoi due coltelli.

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«È accaduto intorno alle 15», dichiara l’uomo che ha raccontato tutto al Centro, «ma qui ha trovato gente e carabinieri che lo hanno fermato». Nel frattempo, però, il testimone aveva già varcato la soglia del portone del quartiere San Giuseppe dove si è consumato uno dei due omicidi. «Ho visto la donna nell’androne, a terra. Una delle figlie della vittima si trovava con la mamma, aveva preso una leggera botta in testa durante l’assassinio. Dopo qualche minuto dalla tragedia è arrivato il figlio e successivamente anche la terza figlia». Ma la loro madre era già morta in un delitto efferato. «Una delle prime cose dette dalla figlia ai carabinieri è che l’uomo aveva minacciato di andare ad uccidere anche l’altra donna, e loro si sono messi subito alla sua ricerca». Ma il tentativo è stato vano. Entrambe sono decedute: «Quando è giunto il 118 nel quartiere San Giuseppe la donna era morta», aggiunge il testimone. In via Zara decine di persone si radunano incredule e sconvolte. Alcuni hanno notato Marfisi che tornava dopo aver ucciso Pezzella: «L’ho visto con due coltelli da macellaio in mano», dice un altro testimone, «è stato braccato dai carabinieri che lo hanno fermato su questa via». Indica una strada l’uomo, è via Francesco Paolo Tedesco, accanto a via Zara, una delle arterie che caratterizzano il quartiere San Giuseppe.

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«Sembrava fuori di sè», aggiunge, «mi sono spaventato». La figlia ferita si allontana dal luogo del delitto con una borsa di ghiaccio sulla testa, mentre un’altra figlia continua nelle ore successive a vagare avanti e indietro sul marciapiede vicino casa. I familiari ed i conoscenti tentano di confortarla ma è provata. È lei, tuttavia, a rivolgersi ai giornalisti dicendo che sua madre è stata uccisa così come la 34enne Pezzella. In via Zara c’è anche il papà di Primiterra che continua a fumare sigarette senza voler parlare, scosso da un lutto difficile se non impossibile da accettare. Chi abita nelle palazzine del quartiere, in pieno centro ad Ortona, fa fatica a credere a quanto successo. Ma la tragicità dell’evento si è vissuta anche in contrada Tamarete, dove il marito di Pezzella, Massimo Quartieri, pure lui sconvolto dall’accaduto, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

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