Università D'Annunzio, l'ex rettore Cuccurullo porta il dg davanti ai giudici

L’ex rettore denuncia Del Vecchio ai carabinieri. Lo accusa di calunnia per l’esposto contro la Fondazione dell’Ateneo

CHIETI. Chi accusa un innocente commette una calunnia. E’ accaduto anche all’Università D’Annunzio dove è scoccata l’ora dello scontro finale? Sarà la procura a dirlo. L’ex rettore e presidente della Fondazione dell’Ateneo, Franco Cuccurullo, ha infatti presentato ai carabinieri di Chieti Scalo una querela contro Filippo Del Vecchio, direttore generale dell’Università di Chieti e Pescara. Cuccurullo accusa il dg di averlo calunniato. Come? Presentando un esposto su una presunta mala gestio della Fondazione che, di conseguenza, ha innescato l’apertura di un fascicolo da parte della procura teatina e un’indagine della Guardia di Finanza. Ma perché l’esposto di Del Vecchio sarebbe calunnioso? La risposta è nelle sei pagine della querela sporta dall’ex rettore che, in sintesi, ripesca un’inchiesta fotocopia della procura di Chieti sui conti della Fondazione finita però in archivio e di cui Del Vecchio, afferma Cuccurullo, era sicuramente a conoscenza. Quindi, firmando l’esposto contro la Fondazione e soprattutto il suo presidente, sapeva di accusare un innocente. Ma andiamo per ordine.

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Nella premessa della querela, il professor Cuccurullo ricorda le dimissioni dal Cda della Fondazione dei professori Massimo Sergiacomo e Federico Briolini, nominati dall’Università ma in disaccordo con Del Vecchio proprio in merito al suo esposto del quale, peraltro, non sarebbero stati nemmeno informati. L’ex rettore spiega poi i rapporti esistenti tra l’Ateneo e la sua Fondazione nata il 17 febbraio del 2003, su iniziativa dell’Università, per «gestire con maggiore efficienza ed economicità compiti e servizi ausiliari e strumentali in precedenza retti direttamente dalla D’Annunzio. Lo status di ente di diritto privato di cui gode la Fondazione ha dunque permesso a quest’ultima e al dominus, cioè all’Ateneo, di amministrare la D’Annunzio con «flessibilità operativa» e «abbattimento dei costi» accompagnati dalla «riduzione dei tempi» soprattutto per l’esperimento di gare d’appalto. La Fondazione, rammenta l’ex rettore, è governata dall’Università e «tale modus operandi», sottolinea nella querela, «mai mutato è stato seguito sino alla fine del 2013, anche durante la direzione del dottor Del Vecchio, consentendo all’Università di ottenere considerevoli risparmi».

Fatta questa sostanziale premessa la querela di Cuccurullo entra nel merito del perché di una presunta calunnia. Il motivo è incentrato sull’archiviazione, per infondatezza di reato, di un precedente esposto del 2007: «Stupisce e non poco la presentazione del nuovo esposto da parte del dg Del Vecchio che addirittura si è avvalso della Fondazione!», esclama Cuccurullo. Lo stupisce perché la gestione della Fondazione ha già superato il vaglio della procura. Il pm, Giuseppe Falasca, infatti chiuse la prima inchiesta scrivendo: «Le indagini non hanno evidenziato fatti penalmente rilevanti né ulteriori spunti investigativi». La conclusione dell’ex rettore è un puro sillogismo: «Se Del Vecchio aveva perfetta conoscenza dell’archiviazione e ciononostante ha presentato l’esposto, si configura il reato di calunnia», firmato Franco Cuccurullo.