L'INTERVISTA
La moderna #Antigone di Veronica Pace stasera a Pescara
La tragedia di Sofocle dell’autrice teatina al Circus: «Il monologo finale scritto con il professor Melchiorre parla la nostra lingua»
PESCARA. «Antigone non ha tempo, Antigone non ha sesso. Antigone ritorna, secolo dopo secolo, quando c’è l’urgenza di uscire dal vicolo cieco di un’umanità chiusa in se stessa». Antigone ritorna in vesti moderne e si schiera contro la violenza diffusa: è l’“#Antigone” di Veronica Pace, l’attrice teatina, regista e autrice teatrale anima dell’associazione Shakespeare in Converse.
La sua “#Antigone” arriva per la prima volta a Pescara questa sera, 10 luglio, ore 21, inizialmente programmata al Teatro D’Annunzio e poi spostata al Circus per problemi di maltempo. Affidata alla recitazione di 46 giovani e bravissimi attori da lei formati, “#Antigone” è una rilettura in chiave contemporanea della tragedia di Sofocle che mescola classici greci, Brecht e Anouilh in una sintesi personale che non lascia spazio a speranze di redenzione. Lo spettacolo ha debuttato nel 2016 e ha registrato il tutto esaurito ad ogni sua replica, verso il sold out anche l’imminente “prima” pescarese. Nel 2017 è stato selezionato dall’Inda (Istituto nazionale del dramma antico) per partecipare al 23° Festival internazionale del Teatro classico dei giovani. In quell’occasione, nella splendida cornice del Teatro Greco di Akrai (Palazzolo Acreide) il cast è stato omaggiato con una standing ovation del pubblico presente e delle compagnie partecipanti al festival.
Veronica, nella sua visione “#Antigone” è una tragedia disperante nonostante i momenti dal respiro più leggero. Il pubblico resta avvinto per tutto il tempo dallo spettacolo dell’umanità perduta, come legge questa complessità?
«La nostra “#Antigone” si chiude con disincanto e cinismo eppure è uno spettacolo emozionante, intriso di bruciante attualità, dalla chiara vocazione ecologista e ambientalista. Il pubblico vi riconosce i tempi cupi in cui siamo precipitati, guerra, razzismo, omofobia, il clima di ferocia diffusa, la perdita del senso della vita : “Antigone” si rivela ancora una volta la più moderna delle tragedie classiche».
Uno spettacolo durissimo nei contenuti e nella forma, come ha voluto restituire tutto questo nella sua riscrittura?
«Nel monologo finale “La mia #Antigone” scritto con il professor Virgilio Melchiorre, la tragedia di Sofocle sembra parlare la nostra lingua contemporanea: “...la tragedia oggi sta nella mancanza del senso del tragico. Sta nella follia di un’umanità che si crede ricca e che invece è attraversata dalla più profonda delle povertà, quella di non cercare un senso della vita” »
Il monologo finale coincide con lo spazio sentimentale e privato che non manca mai nelle sue produzioni, da “Romeo e Giulietta” a “Sentimento”: un viaggio interiore con catarsi?
«In questo caso sì, la catarsi c’è. Ho scritto il monologo con il migliore amico di mio nonno Giuseppe Fasoli, orefice di Chieti per tradizione familiare e geniale latinista che ha condiviso gli anni del liceo con il professor Melchiorre, emerito di filosofia morale alla Cattolica di Milano. Ho voluto fare un omaggio affettuoso alla loro amicizia, così importante nella mia crescita».
Una prova di bravura per i suoi giovani attori, qui capaci di dare forma e sostanza a una massa di automi senza identità, omologati nelle loro maschere bianche, testimoni indifferenti di quanto accade.
«Sì, e pensare che appena pochi giorni fa erano i folletti nel “Sogno di una notte di mezz’estate” nel giardino del Castello di Semivicoli, un vivaio di giovani promesse pronto a ogni sfida. Qui Oberon è Creonte, interpretato da Lorenzo Di Credico e Francesco Salvatore ; Antigone è interpretata da Serena Sablone e Noemi Valentini (Elena); Ismene, da Giada Marchesani ed Elisabetta Maria Rossi; Emone, Riccardo Pellegrini; la Nutrice, Elisabetta Masciarelli; Tiresia, Filippo Ceddiae Alberto Grosso. Coro/Esercito: Francesca Anconetani, Riccardo Bonetti, Lorenzo Ceddia, Alessia Criber, Matteo D’Amicodatri, Alessandro Della Porta, Lorenza Di Labio, Elena Di Marco, Marianna Di Marco, Mariaelena Di Nisio, Rebecca Esposito, Elena Flocco, Beatrice Francavilla, Giorgia Frani, Asia Gasbarri, Elisa Inzirillo, Eugenia Malandra, Giada Mattioli, Francesco Medoro, Federica Nicolosi, Emilia Pace, Beatrice Ricciuti, Denislava Scarsi, Stefano Simone, Antonio Scipione, Sara Tacconelli, Lavinia Taraborrelli, Anna Tonelli, Lorenza Varsalona, Carlotta Zappacosta. Corpo di ballo: Sara De Lucia, Leonardo Fuggetta, Isabella Mariani , Flaviamaria Rossi, Alessia Valentini».
©RIPRODUZIONE RISERVATA