Ateneo e classifiche La rettrice promuove didattica e ricerca
Inverardi: «Penalizzati dal voto riguardo alle strutture che sono ancora da ripristinare dopo i danni del terremoto»
L’AQUILA. La pagella delle...pagelle. La rettrice dell’Università dell’Aquila Paola Inverardi, tra una classifica e l’altra sulla qualità degli atenei italiani, con eccezionale tempismo – visto che il primo agosto si aprono i termini per le iscrizioni – fa le pulci alle graduatorie di istituti di ricerca e centri studi che prendono in esame i vari aspetti, dalla didattica alla ricerca, dalla logistica all’organizzazione generale. Da qui scaturiscono punteggi e graduatorie. Per Inverardi quello dell’Aquila non è un ateneo da zona retrocessione, visto che parla di un’Università «con molti punti di forza».
«MANEGGIARE CON CURA». «L’estate», esordisce la rettrice, «è il tempo delle classifiche universitarie, utili strumenti che tuttavia andrebbero maneggiati con cura. Basta infatti la scelta di un certo tipo di indicatore o anche il modo di trattare i dati, per modificare i risultati. Per esempio lo Hefce, il massimo organismo inglese per la ricerca, ha recentemente messo in guardia sull’uso acritico delle metriche nella valutazione delle Università (http://www.hefce.ac.uk/rsrch/metrics/). Lasciando ad altri il compito di criticare queste classifiche, proviamo a metterci dalla parte degli studenti e delle loro famiglie e leggiamole insieme. Dopo una più puntuale analisi scopriremo che l’Università dell’ Aquila è una buona istituzione a livello mondiale e una delle migliori del Centro-Sud Italia. In merito alle classifiche pubblicate su Il Sole 24 ore è necessario sottolineare che, al di là di una generica definizione di Ateneo in affanno o altro, una lettura attenta dei dati lascia emergere punti di forza non trascurabili. L’Ateneo aquilano continua a occupare i primi posti in Italia, superando atenei di dimensioni ben più grandi, per quanto riguarda l’attrattività ovvero la percentuale di immatricolati provenienti da fuori regione. Questo dato si unisce significativamente all’altro relativo agli stage. Infatti», prosegue, «l’Ateneo aquilano si colloca al 4° posto per quanto riguarda i crediti che i nostri studenti ottengono nelle attività di stage già durante il proprio corso di studi. Ciò deve leggersi con la capacità che ha l’Università dell’Aquila di mantenere rapporti costruttivi e soprattutto proficui per gli studenti, con la realtà produttiva sia del territorio di riferimento che al di fuori di esso. Numerose sono infatti le iniziative che da sempre l’Ateneo mette in campo per favorire la transizione dei propri laureati verso il mondo del lavoro e comunque per accompagnare lo studente nel processo di avvicinamento alle realtà produttive».
I PROGETTI. «Va in questa direzione», argomenta la rettrice, «il progetto di comunicazione denominato Alumni Univaq che, attraverso la testimonianza diretta di ex alunni, che oggi occupano posizioni lavorative di grande responsabilità o comunque di prestigio, anche a livello internazionale (http://www.univaq.it/section.php?id=1760) vuole costituire un rafforzamento dell’orientamento sia in itinere che in uscita per i nostri studenti. La vocazione dell’Ateneo a sviluppare da subito politiche di placement è confermata poi dal 27° posto nella classifica relativa all’occupazione che esprime la percentuale di studenti occupati a un anno dal conseguimento del titolo universitario. Tale risultato che colloca l’Università dell’Aquila nella fascia medio-alta della classifica, è ancor più significativo perché si traduce in un alto grado di soddisfazione dei laureandi per il proprio corso di studi come testimonia, in questo caso, il 14° posto in Italia assegnato all’Ateneo».
LA DISPERSIONE. «Merita un discorso a parte», osserva Inverardi, «il dato negativo sulla dispersione (percentuale di immatricolati che si iscrivono al secondo anno nello stesso Ateneo), relativo al comportamento degli studenti nel 2013/14 degli immatricolati nel 2012/13, dunque precedentemente alla reintroduzione delle tasse universitarie che, evidentemente, non può esserne stata la causa determinante. In realtà, nell’anno preso a riferimento dalle classifiche del Sole, come per gli anni precedenti, proprio l’esonero totale delle tasse universitarie ha determinato una maggiore presenza di studenti scarsamente motivati a proseguire il proprio percorso di studi universitari. Inoltre, in queste classifiche non compaiono molte delle azioni messe in campo dall’ateneo aquilano, quali la certificazione Iso 9001 di alcuni corsi di laurea, e il fatto che L’Aquila è stato il primo ateneo (insieme a Perugia) a sottoporsi volontariamente alla valutazione della qualità della didattica con ben dieci corsi esaminati che hanno ricevuto tutti giudizi favorevoli e cinque di essi estremamente positivi. Riguardo poi alle classifiche relative alla Qualità della ricerca (qualità della produzione scientifica, competitività della ricerca e qualità dei dottorati) si può notare che sono la rappresentazione esatta e speculare di quelle dell’anno passato non essendo cambiato il parametro di valutazione adottato, ovvero la Vqr relativa per altro al periodo che va dal 2004-2010.
Merita specificare che la Valutazione della qualità della ricerca esprime la valutazione di professori ordinari, professori associati, ricercatori universitari e assistenti universitari, oltre a ricercatori e tecnologi degli enti di ricerca vigilati dal Miur e che ancora non si è dato attuazione alla nuova Vqr relativa al 2011-2014».
PERFORMANCE NEGATIVA. «La performance dell’ateneo aquilano riguardo la ricerca, secondo la classifica Sole 24 Ore è decisamente negativa. Ma è davvero così?», si chiede la rettrice, che aggiunge: «Vale la pena allargare lo sguardo oltre confine, analizzando una classifica particolare. Il Sir World Report (dati dell’edizione 2014) è la più completa classifica delle istituzioni di ricerca nel mondo ma, più che un vero ranking è uno strumento per valutare le performance di ricerca. Il rapporto valuta le istituzioni che hanno pubblicato almeno 100 lavori scientifici, nell’ultimo anno del periodo di riferimento, registrati nel database internazionale Scopus della Elsevier. Il periodo di riferimento, per l’edizione 2014, è il quinquennio 2010 – 2014. È del tutto evidente che si tratta di anni cruciali per L’Aquila e il suo Ateneo e dunque l’attenta valutazione dei risultati scientifici ottenuti può dirci molto di come l’Università li abbia affrontati e attraversati e magari fornire qualche indizio per il futuro. In termini di produzione di lavori scientifici (parametro ovviamente dipendente dalle dimensioni dell’istituzione considerata) l’ateneo aquilano occupa il 948° posto su 4851 istituzioni di ricerca considerate, perciò entro il top 20%. Considerando l’Italia, L’Aquila occupa il 41° posto su 163 istituzioni e il 36° su 64, considerando le sole Università. Tra le università dell’Europa occidentale, L’Aquila si posiziona 257ª su 592. Il report, oltre a misurare la quantità di articoli pubblicati, ne valuta la qualità scientifica attraverso l’impatto normalizzato. Questo indicatore è indipendente dalla dimensione dell’istituzione considerata. In termini di impatto normalizzato, L’Aquila occupa il 33° posto su 64 università italiane. Un altro importante indicatore è l’Excellence Rate, che misura la percentuale di lavori scientifici che rientrano nel 10% più citato nella bibliografia internazionale. Per quanto riguarda tale indicatore, L’Aquila si posiziona al 34° posto sulle 64 università italiane. L’Università dell’Aquila si conferma, dunque, una buona istituzione di ricerca a livello mondiale e una delle migliori del Centro-Sud».
POST-SISMA E STRUTTURE. «Nelle classifiche Censis-la Repubblica», conclude la rettrice, «L’Aquila si trova nel gruppo degli atenei grandi (tra 20mila e 40mila studenti) e si posiziona 13ª su 15. Se guardiamo gli indicatori, in termini di servizi L’Aquila è allineata a Tor Vergata (7° posto), per le borse è allineata a Verona (6° posto), per il web a Genova (5° posto) e per l’internazionalizzazione all’Università della Calabria (3° posto). Ciò che realmente penalizza l’ateneo è il voto riguardo le strutture (in assoluto il più basso) che riflette una situazione indipendente dalle capacità di didattica e ricerca e fortemente legata alla situazione di ricostruzione e comunque in via di risoluzione».
©RIPRODUZIONE RISERVATA