Dall’Aquila a Milano: le opere di Serpetti vanno alla Triennale

L’artista selezionato tra i 120 migliori pittori italiani di oggi «Ho deciso di dipingere dopo lo schiaffo del terremoto»
L’AQUILA. Dalle cartiere del Vetoio alla Triennale di Milano, passando per New York: il giovane artista aquilano Davide Serpetti è tra i migliori 120 pittori italiani contemporanei. A decretarlo la selezione per la mostra collettiva “Pittura italiana oggi”, ospitata dal 25 ottobre all’11 febbraio nelle sale del prestigioso ente culturale “Triennale Milano” a Palazzo dell’Arte, a Milano. L’evento, intitolato “Pittura italiana oggi”, è pensato per essere un viaggio alla scoperta della «pittura italiana contemporanea attraverso il lavoro di oltre cento tra i più interessanti artisti italiani di diverse generazioni, attivi dagli anni Novanta a oggi», si legge sul sito della Triennale. La collettiva è curata da alcuni tra i più quotati intenditori sul panorama mondiale, tra cui Damiano Gullì e Hans Ulrich Obrist. «Lo spazio messo a disposizione per noi artisti è di 1.500mq, quindi ognuno di noi è stato chiamato a portare un lavoro di grandi dimensioni», spiega Serpetti, «porterò il mio ultimissimo lavoro, ricavato a partire da una serie di più di 200 scatti fotografici che ho realizzato a Venezia, ovviamente assistito da una fotografa».
L’ispirazione per l’opera nasce dalla commissione per l’uscita del nuovo numero, sempre ad ottobre, della rivista “Carnale”. «La rivista mi ha commissionato un’opera, e con essa usciranno alcuni dettagli dell’opera intera, che invece andrà in mostra qualche settimana dopo, alla Triennale. Il lavoro si chiamerà “Volevo magia” ed è preso da una canzone dei Verdena. A livello strategico sarà un periodo molto buono per me, perché per la prima volta pubblicizzerò un’opera nuova prima ancora di mostrarla».
Classe 1990, Davide Serpetti è oggi uno degli artisti italiani più richiesti sul mercato, ma la sua storia si scrive all’Aquila. «Tutto è cominciato con il terremoto del 2009. Ha distrutto tutto ciò che era il mio mondo. Quello è stato lo schiaffo in faccia dopo il quale l’unica cosa che mi sembrava sensata era vivere di quello che prima consideravo solo un sogno: la pittura». Dopo un periodo di formazione pittorica prima a Milano, poi a Gant (Belgio), e aver vissuto ed esposto a New York, dal 2020 Davide è tornato all’Aquila e stabilito lo studio. «Con L’Aquila ho un rapporto un po’ conflittuale, come quello che si ha con un genitori, ma mi permette di lavorare in delle condizioni ideali, che in altri posti non avrei mai».
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