L'Aquila, vivere isolati nella zona rossa
Viaggio tra le case ai margini delle aree vietate. Dove anche i postini girano al largo
L’AQUILA. Senza posta da mesi. Spesso senz’acqua dai rubinetti, causa lavori. Nell’ultima settimana, poi, anche senza linea telefonica, dopo che un cavo Telecom è stato tranciato di netto da una ruspa. I forzati della zona rossa non possono godere appieno della gioia di essere rientrati a casa loro. Otto anni dopo il terremoto. Da San Pietro a Fontesecco, ecco un primo viaggio del Centro tra i disagi che si vivono nelle case rifatte ma circondate ancora da strade-trincee, cantieri, puntellamenti, ordinanze e cartelli rossi “Pericolo di crollo”.
VIA RUSTICI. Il viaggio comincia da via Rustici 38, nel quarto di San Pietro, dove una palazzina tornata a ospitare alcune famiglie dopo i lavori post-terremoto è attualmente circondata dalla zona rossa. La recente ordinanza del sindaco Pierluigi Biondi (la 184 del 28 luglio scorso) – che sulla scorta di quelle del predecessore aveva ridato un giro di vite alla libera circolazione in centro storico – non limita l’attività della raccolta differenziata e tuttavia impedisce, ad esempio, ai postini di consegnare la corrispondenza. «La postina», racconta Francesca Luzi, una residente, «ha avuto disposizioni di non raggiungere il nostro palazzo perché “non si può transitare senza permesso”. Ma i permessi basta richiederli all’ufficio competente del Comune. Come se non bastasse, un cavo Telecom è stato tranciato credendo che non ci fossero utenti attaccati e invece siamo isolati dal 7 settembre. Insomma, tempi sempre più duri per noi residenti nelle zone rosse dell’Aquila. Dopo anni di Progetto Case, davvero una brutta sorpresa. Della vicenda è stato informato anche il sindaco Pierluigi Biondi che si è attivato prontamente per trovare una soluzione».
LA REPLICA DI POSTE. Da Poste italiane fanno sapere che «non siamo autorizzati a entrare nella zona rossa, come da ordinanza comunale». Quindi niente posta a casa per i cittadini di San Pietro. Le Poste suggeriscono le alternative: il ritiro della corrispondenza ordinaria al centro operativo di Centi Colella e, per quella da firmare, negli uffici postali di riferimento. I cittadini controreplicano: «Paghiamo le tasse come tutti, la corrispondenza va recapitata a casa». Gli stessi residenti in centro storico, come da ordinanza, devono richiedere l’autorizzazione all’ufficio di piazza San Bernardino. E seguire i percorsi indicati sulle mappe per raggiungere la loro casa. In più c’è l’autodichiarazione che solleva il Comune «da qualsiasi responsabilità civile e penale derivante da danni a persone o cose occorsi durante la permanenza nelle suddette aree». Per i residenti uno stress test notevole.
CARTELLI SULLE RINGHIERE. I cartelli della zona rossa, affissi anche alle ringhiere del palazzo ristrutturato di via Rustici, da soli, rendono impossibili i controlli della polizia municipale. Chi viene sorpreso, a piedi o in macchina, nella zona rossa, rischia una denuncia per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità (articolo 650 del codice penale). Tuttavia, come fa osservare il comandante della polizia municipale Ernesto Grippo, «non siamo nelle condizioni di verificare i casi di inosservanza, in quanto non basta un semplice cartello appeso a un muro. L’area interdetta, dice la legge, dev’essere indicata e impedita. Ci vogliono le transenne».
FONTESECCO. Un dossier di sedici pagine, corredato di fotografie, è stato inviato il 17 agosto scorso al Comune da un’altra cittadina residente in centro storico, Mara Sciarretta, che abita in via Fontesecco. Una dettagliata richiesta di interventi di manutenzione «in parte effettuati, come la pulizia dei marciapiedi, la riparazione di buche e la sistemazione di transenne, in parte da completare», conferma la cittadina. «Ancora da risolvere, infine, la problematica del Ponte di Belvedere, ancora chiuso a 8 anni dal sisma, e della zona del chiosco sottostante, che versa in pieno degrado. Inoltre, servono una limitazione di velocità in via Fontesecco, strada molto trafficata e pericolosa, e maggiori controlli».
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