Meno politici e più giovani nel 5° anniversario del sisma. Il Papa: aquilani, coraggio

In città grande partecipazione di giovani alle cerimonie per ricordare le 309 vittime del terremoto. Nuovo saluto del pontefice alla preghiera dell’Angelus

L’AQUILA. La città reduce dalla notte più lunga dell’anno – dove capita di incontrare gente in giro, tra centro e periferia, alle 4 del mattino come fosse mezzogiorno – si è svegliata con le parole pronunciate da Papa Francesco nel corso dell’Angelus domenicale dal balcone dell’appartamento privato del palazzo apostolico che il pontefice utilizza una volta a settimana per parlare al mondo in occasione della tradizionale preghiera mariana. Per la seconda volta nel giro di quattro giorni (mercoledì, all’udienza generale, aveva salutato il gruppo di azione civica col motto Jemo ’nnanzi ripetuto più volte) il Papa ha fatto riferimento alla tragedia aquilana, con le seguenti parole: «Sono passati esattamente cinque anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila e il suo territorio. In questo momento vogliamo unirci a quella comunità che ha tanto sofferto, che ancora soffre, lotta e spera, con tanta fiducia in Dio e nella Madonna. Preghiamo per tutte le vittime: che vivano per sempre nella pace del Signore. E preghiamo per il cammino di risurrezione del popolo aquilano: la solidarietà e la rinascita spirituale siano la forza della ricostruzione materiale». Il discorso è stato interrotto da un forte applauso che si è levato da una piazza San Pietro gremita di folla (stimati 100mila fedeli).

Dopo il buio della notte, con la fiaccolata, la messa, la veglia e i 309 rintocchi di campana in piazza Duomo, le parole del Papa hanno messo il sigillo sul quinto anniversario del terremoto. La domenica del lutto cittadino è stata caratterizzata da numerose manifestazioni pubbliche di commemorazione. Tra le tante, da segnalare la staffetta partita in mattinata da Castelnuovo di San Pio delle Camere e arrivata intorno all’ora di pranzo in via XX Settembre con una sosta davanti alla Casa dello studente. Mentre all’Aquila il lutto è stato vissuto intensamente sia negli appuntamenti pubblici che nell’intimità del privato, il dibattito sulla ricostruzione non si è fermato. Per Nichi Vendola (Sel) «Non ci si può ricordare degli aquilani solo ogni 6 aprile». Per Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, «la politica italiana e la struttura amministrativa pubblica debbono riconquistare la dignità passando innanzitutto per quest’emergenza che è la ricostruzione». Il sindaco Massimo Cialente, commentando la grande partecipazione al rito collettivo da parte dei giovani, ha voluto ricordare anche le due ragazze che tre anni fa persero la vita mentre tornavano a casa dopo aver preso parte alla fiaccolata commemorativa. Si tratta di Maria Grazia Rotili di Vigliano e Pamela Mattei di Sella di Corno di Scoppito.

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