Neutrini, la ricerca sarà sospesa per un anno
I tagli del Cern si ripercuoteranno sui Laboratori del Gran Sasso
L'AQUILA. La crisi economica globale produce tagli di spesa anche nella ricerca scientifica. E' di ieri la notizia che il Cern di Ginevra dovrà interrompere per un anno il fascio di neutrini diretto ai laboratori del Gran Sasso. Le politiche di ridimensionamento decise dal Consiglio del Cern non preoccupano la ricerca, ma si faranno comunque sentire in Italia, e soprattutto in Abruzzo, proprio perché causeranno la chiusura di tutti gli acceleratori nel 2012.
A rilevarlo è il presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Roberto Petronzio, il quale ha commentato così il taglio dei fondi operato dal Cern: «I tagli sono sostanzialmente irrilevanti rispetto all'enorme massa di impegni del laboratorio europeo del Cern», rileva Petronzio. «I tagli di 135 milioni di franchi in cinque anni equivalgono infatti a 27 milioni l'anno», osserva. «Ma considerando che due anni fa i Paesi contribuenti avevano versato un extra di 240 milioni di franchi, il bilancio è largamente positivo. Inoltre, alcuni risparmi sono ricavati da una dilazione della restituzione dei prestiti alle banche. Certo», prosegue Petronzio, «la situazione finanziaria ed economica internazionale è quella che è, e bisogna pur tenerne conto. Cosicché un po' di sacrifici vanno accettati».
La comunità italiana ne accetterà uno importante: per tutto il 2012, chiudendo gli acceleratori al Cern, non si avranno più lanci di neutrini verso il Gran Sasso, dove, quindi, gli esperimenti relativi si fermeranno per un anno. «Speriamo di avere almeno una compensazione parziale con un maggior lancio di neutrini nel 2011. L'augurio», chiude Petronzio, «è che in futuro nuove adesioni di Stati al Cern, sia come membri che come associati, possa contribuire anche a migliorarne le finanze».
I laboratori del Gran Sasso sono per estensione e tecnologia i laboratori sotterranei più avanzati nel panorama della ricerca mondiale. Completati nel 1987, ospitano una dozzina di esperimenti condotti da circa seicento ricercatori provenienti da tutto il mondo e lo studio dei neutrini è proprio uno dei principali temi della ricerca. Il «neutrino mixing» è un fascio di neutrini prodotto nel laboratorio europeo del Cern di Ginevra e viene inviato verso il laboratorio italiano dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, nel traforo situato sotto il Gran Sasso. Qui, dopo aver attraversato la crosta terrestre per circa 720 chilometri, è rivelato da un complesso apparato sperimentale. Lo studio dei neutrini ha diverse applicazioni, non solo sul terreno della fisica sperimentale. E' utile, ad esempio, per la diagnostica. In un recente convegno, è stato presentato un sistema innovativo di fotorivelazione che - nato nei laboratori della ricerca pura - sta approdando nel campo della ricerca clinica con la realizzazione di un sistema integrato di diagnosi basato su una misura combinata di Pet (tomografia elettrone-positrone) e di Mri (imaging con risonanza magnetica nucleare). Sistema che apre grandi prospettive per la diagnosi precoce di alcuni tumori. (cr.re.)
A rilevarlo è il presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Roberto Petronzio, il quale ha commentato così il taglio dei fondi operato dal Cern: «I tagli sono sostanzialmente irrilevanti rispetto all'enorme massa di impegni del laboratorio europeo del Cern», rileva Petronzio. «I tagli di 135 milioni di franchi in cinque anni equivalgono infatti a 27 milioni l'anno», osserva. «Ma considerando che due anni fa i Paesi contribuenti avevano versato un extra di 240 milioni di franchi, il bilancio è largamente positivo. Inoltre, alcuni risparmi sono ricavati da una dilazione della restituzione dei prestiti alle banche. Certo», prosegue Petronzio, «la situazione finanziaria ed economica internazionale è quella che è, e bisogna pur tenerne conto. Cosicché un po' di sacrifici vanno accettati».
La comunità italiana ne accetterà uno importante: per tutto il 2012, chiudendo gli acceleratori al Cern, non si avranno più lanci di neutrini verso il Gran Sasso, dove, quindi, gli esperimenti relativi si fermeranno per un anno. «Speriamo di avere almeno una compensazione parziale con un maggior lancio di neutrini nel 2011. L'augurio», chiude Petronzio, «è che in futuro nuove adesioni di Stati al Cern, sia come membri che come associati, possa contribuire anche a migliorarne le finanze».
I laboratori del Gran Sasso sono per estensione e tecnologia i laboratori sotterranei più avanzati nel panorama della ricerca mondiale. Completati nel 1987, ospitano una dozzina di esperimenti condotti da circa seicento ricercatori provenienti da tutto il mondo e lo studio dei neutrini è proprio uno dei principali temi della ricerca. Il «neutrino mixing» è un fascio di neutrini prodotto nel laboratorio europeo del Cern di Ginevra e viene inviato verso il laboratorio italiano dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, nel traforo situato sotto il Gran Sasso. Qui, dopo aver attraversato la crosta terrestre per circa 720 chilometri, è rivelato da un complesso apparato sperimentale. Lo studio dei neutrini ha diverse applicazioni, non solo sul terreno della fisica sperimentale. E' utile, ad esempio, per la diagnostica. In un recente convegno, è stato presentato un sistema innovativo di fotorivelazione che - nato nei laboratori della ricerca pura - sta approdando nel campo della ricerca clinica con la realizzazione di un sistema integrato di diagnosi basato su una misura combinata di Pet (tomografia elettrone-positrone) e di Mri (imaging con risonanza magnetica nucleare). Sistema che apre grandi prospettive per la diagnosi precoce di alcuni tumori. (cr.re.)
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