Torna la paura
Terremoto in Molise, il sismologo: "Matese zona a rischio"
Parla il professor Del Pinto, geofisico aquilano: queste scosse non hanno nulla a che vedere con quelle precedenti registrate in Toscana e Calabria. Occorrono prevenzione e monitoraggio
L'AQUILA. Torna la paura del sisma in Molise, dopo la scossa di magnitudo 4.1 che ha fatto tremare la terra e gli animi nei paesi vicini all'epicentro. L'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia lo ha localizzato vicino San Giuliano di Puglia, il paese dove il 31 ottobre del 2002 morirono in una scuola 27 bambini e una maestra. Ed è l'ultima scossa di una lunga serie che ha fatto tremare la terra negli ultimi giorni: oltre ai Monti Frentani, la notte scorsa una scossa di 2.2 è stata registrata anche nella Valle di Trebbia, in provincia di Genova. E prima ancora - in uno sciame che dura da giorni - in Toscana: sulle colline del Chianti, in provincia di Firenze, ma la scossa più forte è stata registrata con magnitudo 3.5 in prossimità di Barberino Val d’Elsa, Greve, Impruneta, San Casciano e Tavarnelle Val di Pesa. C'è un legame tra i vari episodi? Per l'esperto Christian Del Pinto, sismologo geofisico dell'Aquila, "la scossa sui Monti Frentani non ha nulla a che fare con quelle avvenute in Toscana e nelle altre zone d'Italia", dove scosse sono state registrate di recente.
"Si tratta di territorio lontani e indipendenti, non connessi tra loro". "La scienza", aggiunge Del Pinto, che ha una lunga esperienza come sismologo proprio in Molise, dove ha lavorato nel monitoraggio della Rete Sismica regionale, di cui è stato uno dei propositori, "non può dire se ci saranno altre scosse e di quale intensità saranno, se domani farà una scossa di magnitudo 6 o di 2. Però", prosegue, "sappiamo che quella del Matese e il Molise in generale (come il resto del centro Italia in particolare), è una zona molto sismica, da monitorare costantemente, e non soltanto quando si registra una scossa rilevante". Come difendersi dal terremoto allora? "Servono prevenzione e monitoraggio", spiega il sismologo. "La prevenzione si fa attraverso il consolidamento delle strutture, ma serve anche organizzare un tavolo che veda lavorare insieme non solo gli esperti, ma anche gli amministratori. Infine", conclude Del Pinto, "non si deve abbassare la guardia sul monitoraggio sismico, senza sottovalutare la giusta informazione da fare arrivare ai cittadini".