Uno studio sulla centrale a biomasse

Il Cetemps: può far innalzare le concentrazioni di diossido di azoto che è potenzialmente pericoloso

L’AQUILA. Gabriele Curci, ricercatore in forza al Dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche e al Cetemps dell’Ateneo aquilano scrive: «I ricercatori del Cetemps (Centro di Eccellenza per lo studio dei fenomeni meteorologici estremi del nuovo Dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche dell’Università dell’Aquila) hanno recentemente portato a termine uno studio di valutazione dell’impatto che potrebbe avere la centrale a biomasse, pianificata per l’installazione nel nucleo industriale di Bazzano, sui livelli di inquinamento locali. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Atmospheric Environment, mette in evidenza come la centrale possa contribuire ad innalzare in modo significativo le concentrazioni di diossido di azoto (che ha effetti nocivi sull’apparato respiratorio e riduce la visibilità) nell’area circostante. L’analisi è stata condotta seguendo le metodologie modellistiche raccomandate dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente statunitense (Epa) e comunemente utilizzate anche in Italia per la valutazione di impatto ambientale di sorgenti localizzate come centrali elettriche e inceneritori. Nel caso della centrale di Bazzano, le emissioni della centrale possono comportare il superamento della soglia di concentrazione oraria del diossido di azoto, stabilita per legge in 200 microgrammi al metro cubo, in almeno 100 casi ogni anno. Questo effetto si ha principalmente entro un chilometro e mezzo dalla centrale e quindi interessa maggiormente le aree residenziali di Bazzano, Sant’Elia, Monticchio, Onna e San Gregorio, che si trovano lungo l’asse principale del vento. L’aumento di polveri sottili e di biossido di zolfo attribuibile alla centrale appare invece modesto e non desta particolare preoccupazione.

I risultati del Cetemps sono basati su dati di ingresso nel modello derivati da un’accurata analisi dei campi meteorologici locali e una caratterizzazione delle emissioni della centrale secondo quanto dettagliato nel progetto dalla ditta costruttrice. I risultati sono però in contrasto con quanto riportato circa due anni orsono in uno studio commissionato dalla stessa ditta. Da quest’ultimo si evince che l’impatto della centrale è pressoché trascurabile per tutti gli inquinanti considerati e che non si possono attribuire ad essa sforamenti dei limiti di legge, cosa che invece appare chiara dai risultati del Cetemps. La differenza fra i due studi va ricercata nel fatto che i risultati sono molto sensibili ai parametri meteo forniti in input. La simulazione Cetemps permette anche di mettere in evidenza che a una distanza di circa 5 km dalla centrale gli effetti sulla salute sono fortemente ridotti, diventando pressoché trascurabili rispetto ai livelli di inquinamento già presenti. Pertanto una migliore dislocazione dell’impianto si sarebbe potuta cercare a una distanza maggiore dai centri abitati, in modo da non comportare rischi per la salute pubblica. Analisi modellistiche avanzate come questa proposta dal Cetemps andrebbero fatte in una fase più preliminare del processo decisionale, in modo da costituire elemento utile alla scelta di un sito ottimale. Tuttavia, come la gran parte dei cittadini aquilani, i ricercatori Cetemps autori dello studio non hanno potuto che prendere atto della scelta a decisione ormai avvenuta e controfirmata».