LA POLEMICA SULL’ACQUA

Bonifica Sostenibile replica alla Commissaria: "Chiederemo gli atti del Consorzio" / VIDEO

Nuova lettera aperta per rispondere alle dichiarazioni rilasciate dalla Valenza al Centro. L'appello di Francesco Paolo Valentini al presidente del Consiglio regionale Sospiri

"I contributi devono essere pagati", aveva detto al Centro ieri la Commissaria del Consorzio di Bonifica tornando a rispondere ai consorziati che, nei giorni scorsi, con una nota del Comitato Bonifica Sostenibile avevano chiesto di sospendere il pagamento della terza rata del 2023.

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Alla Commissaria, il Comitato ha risposto nuovamente con una lettera aperta che pubblichiamo integralmente:

"Gentile Commissaria, 
tra lei ed il Comitato ormai si dialoga solo con i comunicati stampa, e forse è un bene, perché la comprensione di un testo scritto non è difficile. Se legge bene la nostra lettera aperta all'Assessore Imprudente, capirà che abbiamo chiesto a voi dirigenti del Consorzio, e a voi rappresentanti della Regione Abruzzo, di sospendere la terza rata dei contributi, e non ai consorziati.

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I consorziati sanno distinguere perfettamente tra un avviso bonario ed una cartella di pagamento e ciascuno, individualmente, farà le proprie scelte, se aderire alle vostre richieste o ricorrere alla giustizia amministrativa e tributaria.
E se ancora non è chiaro il motivo è bene tornarci di nuovo. I contributi richiesti agli Enti pubblici per la contribuenza viaria, idraulica, idrogeologica effettuata a favore di Comuni, Province, Regione, Anas e vari, vengono gravati dei soli costi diretti per la semplice ragione che tutti i costi indiretti del Consorzio sono ripartiti tra la sola contribuenza idrica e quella ambientale.

Perché applicate questo sconto agli altri Enti? Perché al Comune di Popoli il contributo per la gestione del sollevamento idrovoro e il canale circondariale, nonché per la rete di canalizzazioni, viene determinato con un “accordo bonario” e solo sulla base dei costi diretti?  Quale legge prevede che una tassa possa essere definita con un “accordo bonario”?
Perché le spese correnti della diga di Penne, che il piano di classifica include nelle attività di difesa idraulica ed idrogeologica di competenza della Regione, vengono fatte pagare ai consorziati?

Perché i mutui contratti per far fronte ai mancati pagamenti di ACA e Comune di Chieti vengono addebitati ai consorziati?
E perché solo dopo il ricorso al Tar il Consorzio si è determinato a tassare l’ACA per il 2022 e 2023 per 4,7 milioni di euro a fronte dei 2 milioni finora addebitati? E, prima della sentenza del TAR, quanti soldi abbiamo pagato in più dal 2017 ad oggi per una gestione commissariale che ha deliberatamente omesso di applicare il piano di classifica?

Noi crediamo che, se c’è qualcuno che “induce” a non pagare ed è già stato chiamato nelle sedi competenti, cioè il TAR, è proprio il Consorzio, perché riteniamo che determini i contributi violando sistematicamente le norme di legge ed il piano di classifica. Con le nostre tesi potremmo anche avere torto, ma il fondamento della democrazia sta proprio nel diritto di ciascuno di criticare i nostri governanti e tra questi diritti c’è anche quello di utilizzare tutti i mezzi previsti dalla legge per non sottostare a richieste di imposizione patrimoniale che si ritengono ingiuste: e stia certa, nessuna “induzione”, ma non intendiamo minimamente rinunciare ai nostri diritti. Infine, un piccolo spoiler. Nei prossimi giorni chiederemo gli atti del Consorzio per capire bene i rapporti con la Depurazione Acque srl, non fosse altro perché il presidente del cda di questa società è candidato nella “lista Bonifica Amica”, quella che “la vulgata” chiama senza mezzi termini “la lista Consorzio”.

Dato che sono stati investiti 2,7 milioni di euro nel capitale di questa società vorremmo essere certi che non ci saranno futuri conflitti d'interessi e che i fondi per costituire la società ed i rapporti economici con essa non abbiano in alcun modo gravato - e non graveranno in futuro - i consorziati. Visto che ad oggi le nostre istanze sono state equivocate per “induzione a non pagare”, non ci rimane che affidarci al Padreterno e le rivolgiamo quindi accorati una preghiera conciliativa, ma nella sua antica formulazione “.. e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male”.