Eolico, Toto illustra i progetti di Renexia
Dal parco nel Maryland al Med Wind in Sicilia da 9 miliardi «In Italia una fabbrica di turbine con mille posti di lavoro»
PESCARA. Correre più veloce dei cambiamenti per anticiparli pensando in grande. Sembra essere questo il filo che unisce i progetti dei parchi eolici offshore di Renexia con le precedenti scelte del Gruppo Toto, dalle autostrade ai trasporti aerei fino all’accordo siglato con Mimit e MingYang.
Le fonti energetiche saranno al centro dell’intervento dell’abruzzese Riccardo Toto, direttore generale di Renexia spa, in programma domani al Summit del’Economia.
Direttore Toto, come sono nate le idee innovative di Renexia?
Il presupposto è che il concetto di innovazione deve essere alla base di ogni impresa e ogni imprenditore dovrebbe ragionare pensando a ciò che può contribuire a lavorare in quest’ottica. E deve essere un ragionamento a 360 gradi, non solo per l’utilizzo di un determinato materiale. Bisogna essere innovativi anche nell’adozione di un modello industriale. Proprio sotto questa luce, nel 2011 è nata Renexia, l’idea di fondo era la diversificazione, una componente fondamentale per fare impresa.
Puntammo così sulla sostenibilità e per l’implementazione dei progetti di rinnovabili abbiamo elaborato un metodo, che poi è diventato il nostro modello, che si articola su 4 filoni: innovazione (nelle tecnologie ma anche nelle conoscenze), metodo scientifico, condivisione e ascolto, sostenibilità. Grazie a questo approccio siamo così arrivati a ideare un processo industriale condiviso con il Mimit e con MingYang, uno dei più importanti produttori al mondo di turbine eoliche e culminato con la firma del protocollo d’intesa ad agosto. Con questo accordo, che prevede un investimento di 500 milioni di euro, puntiamo a realizzare in Italia una fabbrica di turbine eoliche, creare oltre 1.000 posti di lavoro ma soprattutto rendere il Paese un centro di riferimento per il comparto eolico per tutta l’area mediterranea e non solo, andando a creare una filiera industriale specializzata.
L’esperienza di Renexia nasce negli Stati Uniti con il progetto nel Maryland. Successivamente in Italia è stato realizzato Beleolico a Taranto, il primo parco eolico marino del Mediterraneo e ora è in corso l’iter autorizzativo per Med Wind in Sicilia. Ce li descriva.
Il progetto americano, di cui abbiamo ricevuto autorizzazione definitiva dalla Casa Bianca nei primi giorni di settembre, è un motivo di grande soddisfazione. Perché l’esperienza maturata oltreoceano è stata fondamentale per impostare il lavoro qui in Italia.
Ad esempio, il ricorso a fornitori locali, la creazione di una filiera che non c’era, sono dei requisiti del processo autorizzativo negli Usa. A nostro avviso è un passaggio funzionale che può essere applicato anche in Italia, ed infatti è alla base dell’intesa siglata con il Mimit.
Realizzare un impianto come Med Wind significa un investimento di oltre 9 miliardi di euro, fornire energia pulita a 3,4 milioni di utenze contribuendo al percorso di decarbonizzazione avviato in Europa, creare migliaia di posti di lavoro per le attività di realizzazione e manutenzione del parco per i 25 anni della concessione. Ciò ha comportato la necessità di un accordo con le sigle sindacali e l’individuazione di una serie di misure per diverse comunità locali, come quelle del settore pesca, interessate a diversi livelli, allo spazio marino dove sorgerà l’impianto.
Torniamo in Abruzzo. Il decreto Pichetto Fratin del luglio scorso prevede l’installazione della nostra regione di impianti eolici e fotovoltaici per complessivi 2.092 megawatt entro il 2030. La Regione è ora alle prese con il difficile compito della mappatura sulla terra ferma di questi impianti, da completare entro il 2024, per evitare l’effetto giungla. Non sarebbe meglio puntare tutto sull’offshore anche da noi evitando di impattare su aree agricole e sulle zone di valore storico, architettonico o naturalistico?
Su questo punto io le posso dire che ogni progetto richiede un lungo processo di indagini preliminari ambientali, studi di fattibilità e ovviamente previsioni di ritorno economico. Un impianto per la produzione di energia rinnovabile deve essere sostenibile per tutti.
La tecnologia dell’eolico offshore è sicuramente meno impattante dal punto di vista ambientale perché le torri sono posizionate a molti km di distanza dalle coste ma naturalmente ci devono essere le condizioni di vento giuste.
La nostra scelta aziendale è stata proprio quella di utilizzare le turbine galleggianti che sono adatte all’impiego su distanze elevate dalla costa. Nel caso specifico del Mar Adriatico, considerando le correnti, le torri andrebbero collocate o a ridosso della costa, e non è la nostra strategia, o in acque territoriali straniere, operazione inattuabile per ovvie ragioni.
Anticipare i cambiamenti, si diceva prima, è la vostra mission. Cosa pensa dell’Intelligenza artificiale e delle sue applicazioni positive? L’AI rientro negli obiettivi della sua impresa.
L’Intelligenza artificiale può essere uno strumento valido se ben applicato nei giusti contesti e soprattutto se sotto lo stretto controllo di una persona. Ad esempio, ci possono essere soluzioni interessanti per attività di backup come la mappatura delle correnti ventose o, nel caso di aziende che hanno dialogo con clientela retail, la raccolta delle segnalazioni degli utenti. Sicuramente restiamo attenti osservatori di tutte le evoluzioni tecnologiche vengono presentate al mercato che potrebbero contribuire all’efficientamento del nostro modello.
Infine, da abruzzese al vertice di una grande azienda, cosa consiglia a un giovane che vorrebbe diventare imprenditore in Abruzzo?
Informarsi, pianificare, visione e coraggio. È un discorso che vale non solo per l’Abruzzo naturalmente.
Informarsi su economia e politica nel mondo è fondamentale per capire quali possono essere i trend e la domanda di un territorio. Una corretta pianificazione, oltre a essere la condizione di partenza per un qualsiasi business, è complementare alla visione nel medio e lungo periodo. Una volta preparato il tavolo serve poi quel “quid” di coraggio per lanciarsi in qualcosa di nuovo. Non esiste una regola scientifica ma sicuramente nulla è casuale e i risultati non arrivano dal nulla, qualsiasi obiettivo va raggiunto in modo graduale. (l.c.)
Le fonti energetiche saranno al centro dell’intervento dell’abruzzese Riccardo Toto, direttore generale di Renexia spa, in programma domani al Summit del’Economia.
Direttore Toto, come sono nate le idee innovative di Renexia?
Il presupposto è che il concetto di innovazione deve essere alla base di ogni impresa e ogni imprenditore dovrebbe ragionare pensando a ciò che può contribuire a lavorare in quest’ottica. E deve essere un ragionamento a 360 gradi, non solo per l’utilizzo di un determinato materiale. Bisogna essere innovativi anche nell’adozione di un modello industriale. Proprio sotto questa luce, nel 2011 è nata Renexia, l’idea di fondo era la diversificazione, una componente fondamentale per fare impresa.
Puntammo così sulla sostenibilità e per l’implementazione dei progetti di rinnovabili abbiamo elaborato un metodo, che poi è diventato il nostro modello, che si articola su 4 filoni: innovazione (nelle tecnologie ma anche nelle conoscenze), metodo scientifico, condivisione e ascolto, sostenibilità. Grazie a questo approccio siamo così arrivati a ideare un processo industriale condiviso con il Mimit e con MingYang, uno dei più importanti produttori al mondo di turbine eoliche e culminato con la firma del protocollo d’intesa ad agosto. Con questo accordo, che prevede un investimento di 500 milioni di euro, puntiamo a realizzare in Italia una fabbrica di turbine eoliche, creare oltre 1.000 posti di lavoro ma soprattutto rendere il Paese un centro di riferimento per il comparto eolico per tutta l’area mediterranea e non solo, andando a creare una filiera industriale specializzata.
L’esperienza di Renexia nasce negli Stati Uniti con il progetto nel Maryland. Successivamente in Italia è stato realizzato Beleolico a Taranto, il primo parco eolico marino del Mediterraneo e ora è in corso l’iter autorizzativo per Med Wind in Sicilia. Ce li descriva.
Il progetto americano, di cui abbiamo ricevuto autorizzazione definitiva dalla Casa Bianca nei primi giorni di settembre, è un motivo di grande soddisfazione. Perché l’esperienza maturata oltreoceano è stata fondamentale per impostare il lavoro qui in Italia.
Ad esempio, il ricorso a fornitori locali, la creazione di una filiera che non c’era, sono dei requisiti del processo autorizzativo negli Usa. A nostro avviso è un passaggio funzionale che può essere applicato anche in Italia, ed infatti è alla base dell’intesa siglata con il Mimit.
Realizzare un impianto come Med Wind significa un investimento di oltre 9 miliardi di euro, fornire energia pulita a 3,4 milioni di utenze contribuendo al percorso di decarbonizzazione avviato in Europa, creare migliaia di posti di lavoro per le attività di realizzazione e manutenzione del parco per i 25 anni della concessione. Ciò ha comportato la necessità di un accordo con le sigle sindacali e l’individuazione di una serie di misure per diverse comunità locali, come quelle del settore pesca, interessate a diversi livelli, allo spazio marino dove sorgerà l’impianto.
Torniamo in Abruzzo. Il decreto Pichetto Fratin del luglio scorso prevede l’installazione della nostra regione di impianti eolici e fotovoltaici per complessivi 2.092 megawatt entro il 2030. La Regione è ora alle prese con il difficile compito della mappatura sulla terra ferma di questi impianti, da completare entro il 2024, per evitare l’effetto giungla. Non sarebbe meglio puntare tutto sull’offshore anche da noi evitando di impattare su aree agricole e sulle zone di valore storico, architettonico o naturalistico?
Su questo punto io le posso dire che ogni progetto richiede un lungo processo di indagini preliminari ambientali, studi di fattibilità e ovviamente previsioni di ritorno economico. Un impianto per la produzione di energia rinnovabile deve essere sostenibile per tutti.
La tecnologia dell’eolico offshore è sicuramente meno impattante dal punto di vista ambientale perché le torri sono posizionate a molti km di distanza dalle coste ma naturalmente ci devono essere le condizioni di vento giuste.
La nostra scelta aziendale è stata proprio quella di utilizzare le turbine galleggianti che sono adatte all’impiego su distanze elevate dalla costa. Nel caso specifico del Mar Adriatico, considerando le correnti, le torri andrebbero collocate o a ridosso della costa, e non è la nostra strategia, o in acque territoriali straniere, operazione inattuabile per ovvie ragioni.
Anticipare i cambiamenti, si diceva prima, è la vostra mission. Cosa pensa dell’Intelligenza artificiale e delle sue applicazioni positive? L’AI rientro negli obiettivi della sua impresa.
L’Intelligenza artificiale può essere uno strumento valido se ben applicato nei giusti contesti e soprattutto se sotto lo stretto controllo di una persona. Ad esempio, ci possono essere soluzioni interessanti per attività di backup come la mappatura delle correnti ventose o, nel caso di aziende che hanno dialogo con clientela retail, la raccolta delle segnalazioni degli utenti. Sicuramente restiamo attenti osservatori di tutte le evoluzioni tecnologiche vengono presentate al mercato che potrebbero contribuire all’efficientamento del nostro modello.
Infine, da abruzzese al vertice di una grande azienda, cosa consiglia a un giovane che vorrebbe diventare imprenditore in Abruzzo?
Informarsi, pianificare, visione e coraggio. È un discorso che vale non solo per l’Abruzzo naturalmente.
Informarsi su economia e politica nel mondo è fondamentale per capire quali possono essere i trend e la domanda di un territorio. Una corretta pianificazione, oltre a essere la condizione di partenza per un qualsiasi business, è complementare alla visione nel medio e lungo periodo. Una volta preparato il tavolo serve poi quel “quid” di coraggio per lanciarsi in qualcosa di nuovo. Non esiste una regola scientifica ma sicuramente nulla è casuale e i risultati non arrivano dal nulla, qualsiasi obiettivo va raggiunto in modo graduale. (l.c.)