Imar, via al piano di salvataggio a Pescara per la ditta degli archistar
Il tribunale dà l'ok ail concordato preventivo. Sei classi di creditori per oltre 30 milioni. L’imprenditore: i cantieri non si fermano
PESCARA. E’ iniziata l’operazione salvezza per la Imar, una delle aziende di costruzioni più importanti della regione, perché il tribunale ha omologato il concordato preventivo in continuità proposto dall’azienda di Giovanni Pagliarone: il primo esempio, a Pescara, di un’azienda di grandi proporzioni arrivata alla fase più avanzata del concordato, quella dell’omologazione, del via libera in seguito all’approvazione dei creditori.
L’iter della Imar per accedere al concordato è nato in seguito alla crisi scoppiata nel 2012 che ha frenato l’impresa con sede in via Raffaello a Pescara che ha lavorato con grandi architetti partecipando alla realizzazione dell’auditorium Parco della musica di Roma di Renzo Piano, firmando a Pescara la sede della Fater di Massimiliamo Fuksas, collaborando alla costruzione dell’Ikea di San Giovanni Teatino e del villaggio Mediterraneo a Chieti.
Opere imponenti che vanno ad aggiungersi agli appalti in varie regioni per cui Pagliarone ha deciso di accedere al concordato, lo strumento che parte da una presa di coscienza di uno stato negativo e diventato quasi la panacea delle aziende in crisi per aiutarle a sopravvivere.
Sono oltre 30 i milioni vantati dai creditori presenti nel piano di risanamento che sono stati suddivisi in sei classi e a cui l’azienda dovrà fare fronte attraverso la liquidazione di molti beni e la continuità dell’attività aziendale, soprattutto di quegli appalti rilevanti come un complesso di 550 case a Roma e l’appalto da 19 milioni di euro a Pescara, la City nella zona della Tiburtina.
Il piano da oltre 30milioni di euro. I creditori sono stati divisi in sei classi con le relative percentuali. La prima classe riguarda l’erario non transabile e gli enti previdenziali non transabili indicati in 1.552.202 che saranno pagati in misura integrale; la seconda classe comprende le banche ipotecarie per circa 892 mila euro, cifra che sarà pagata in misura integrale; la terza classe è quella dell’erario falcidiato indicato in oltre 2 milioni di euro che sarà pagato all’80 per cento; la quarta classe riguarda i professionisti e i fornitori con privilegio e dipendenti indicati in scarsi 650 mila euro che saranno pagati all’80%. La quinta classe riguarda i chirografari strategici come banche, fornitori, leasing indicati in circa 6 milioni e 600mila euro che saranno pagati all’80% e la sesta classe comprende le banche chirografe, i fornitori e gli altri crediti indicati in oltre 22milioni di euro che saranno pagati al 23,71%. Sono queste le percentuali indicate dal piano e approvate, con lievi oscillazioni, dai creditori e quindi dal tribunale in composizione collegiale presieduto da Anna Fortieri.
L’imprenditore: siamo sulla buona strada. E’ dall’omologa che parte la sfida per la Imar di Pagliarone perché, il prossimo passo, sarà rendere esecutivo il piano e quindi rispettarlo. «Ma ci siamo rimessi in carreggiata», dice l’imprenditore pescarese che è stato anche socio del Pescara calcio e che ha fatto dell’alta tecnologia la guida della sua ditta. «Stiamo già rispettando il concordato perché l’azienda non si è mai fermata e la prossima estate consegneremo il complesso che stiamo costruendo a Roma». E’ il complesso romano da circa 550 case uno dei tasselli del piano omologato perché è anche lì, come è scritto nel decreto, che saranno reperite le risorse per rispettare il piano all’interno del quale c’è anche un contenzioso aperto con Ikea, il centro di San Giovanni Teatino di cui la Imar è stata subappaltatrice. Da un lato la continuità aziendale e dall’altro, sempre per reperire le risorse, la liquidazione di una serie di beni come l’immobile in via Raffaello da quasi 1 milione e mezzo, la liquidazione di impianti, attrezzature e automezzi, la riscossione di crediti verso clienti per circa 3 milioni di euro e la prosecuzione del cantiere di Roma, della City di Pescara e di un altro complesso a Genova. Il concordato è stato omologato, il commissario liquidatore sarà Stefano Sajeva che provvederà alla riscossione dei crediti, si occuperà di redigere le relazioni e di distribuire le disponibilità tra i creditori.
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