Itinerari, storia e natura: bellezze della Marsica

Da Tagliacozzo a Zompo lo Schioppo, passando da Celano e Alba Fucens. Piazze stupende, castelli, importanti resti dell’epoca romana, musei d’arte e archeologici e per finire una cascata nei boschi: un percorso che soddisfa tutte le esigenze 

TAGLIACOZZO. Migliaia di turisti, soprattutto romani, stanno trascorrendo le vacanze nella Marsica. Se oltre all'aria salubre e ai prodotti tipici, si dà loro anche la possibilità di conoscere e apprezzare il patrimonio culturale e le bellezze naturali del territorio, c'è da essere certi che il prossimo anno vi torneranno. L'itinerario suggerito è un viaggio a ritroso nel tempo. Dalle rovine di Alba Fucens, fondata dai Romani nel 304 a. C, ad eventi del Medioevo, come la battaglia di Tagliacozzo che ha infranto le speranze sveve di unificare l'Italia, alle testimonianze artistiche e monumentali del Rinascimento, al prosciugamento del Fucino (1876), ad opera di Alessandro Torlonia, decisivo per lo sviluppo economico e sociale della Marsica.

Un viaggio di oltre 2000 anni. Al termine del quale, ci si ritrova in una immensa foresta, popolata di uccelli rari, come l'aquila reale, il falco pellegrino, il picchio rosso, il gufo reale, il gracchio corallino, e solcata da sorgenti, due delle quali, precipitando a strapiombo da una parete rocciosa, formano le cascate di "Zompo lo Schioppo" (80 metri), d'estate a secco, e delle "Monache" (70).

Il viaggio non può che iniziare da Tagliacozzo, la città, che per le condizioni climatiche e la vicinanza dalla capitale, è stata da sempre meta di turisti romani. Varcata porta dei Marsi, ci si trova davanti piazza dell'Obelisco, la cui armonia architettonica ha lasciato ammirati anche i critici d'arte più esigenti. E' contornata da palazzi di pregio con bifore, un loggiato con archi a tutto sesto e finestre risorgimentali. Al centro della piazza, al posto dell'attuale fontana, un tempo c'era un pilozzo di pietra dove venivano fatti sedere i debitori insolventi, esposti alla pubblica gogna.

Percorrendo via dei Cordoni, si arriva alla chiesa di San Francesco, datata 1115, con uno splendido portale e rosone gotico. Nel 1600 fu costruito il convento adiacente e il chiostro, con affreschi raffiguranti la vita del santo. La chiesa ospita la tomba del beato Tommaso da Celano, primo biografo di San Francesco. Proseguendo, si incontrano il palazzo Ducale Orsini-Colonna, che custodisce numerosi affreschi rinascimentali; il Teatro Talia, che ospita stagioni di prosa e musica in inverno e spettacoli del Festival di mezza estate, nei mesi di luglio e agosto, e infine la chiesa di San Cosma e Damiano, risalente all'VIII secolo. E' dunque la chiesa più antica di Tagliacozzo. Ad essa è annesso il monastero delle benedettine di clausura, l'unico in Abruzzo. Dalle monache si possono acquistare dei dolci, che non si trovano in alcuna pasticceria.

A non molta distanza da da Tagliacozzo c'è Alba Fucens, uno dei siti archeologici più importanti d'Italia. Si possono ammirare il forum; la basilica; il macellum o mercato; le terme, con un bel pavimento a mosaico; una villa, nota come domus; il santuario di Ercole; l'anfiteatro, perfettamente conservato, e infine, sulla collina che sovrasta il sito, la chiesa romanica di San Pietro, costruita nel XII secolo sui resti del tempio di Apollo. E' l'unica chiesa in Abruzzo, in cui la navata centrale è separata da quelle laterali da antiche colonne.

La prossima tappa è il castello di Celano. Nato come fortezza, su iniziativa del conte Pietro Berardi, nel '400 fu trasformato da Antonio Piccolomini, da cui ha preso il nome, in una dimora signorile. L'edificio è circondato da una cinta muraria ad andamento irregolare, con 11 torrette a pianta quadrata e 5 rotonde. Si sviluppa su tre piani. Il pianterreno ospita il museo della Marsica; il piano superiore, il museo nazionale di arte sacra. Si possono ammirare reperti archeologici, molti dei quali provenienti da Alba Fucens, le oltre 300 monete bronzee e altri oggetti di epoca romana recuperate durante il prosciugamento del lago, che vanno sotto il nome di "Collezione Torlonia". E per quanto riguarda l'arte sacra: frammenti di plutei paleocristiani, scolpiti con croci greche (VI secolo); imposte lignee, prelevate dalla chiesa di Santa Maria in Cellis, di Carsoli, e di San Pietro, di Alba Fucens; dipinti e sculture, come la Madonna del Latte, di scuola pittorica abruzzese (XIII secolo); il trittico di Alba Fucens, scultura in legno scolpito e dipinto, impreziosita da lamine d'argento, perle e gemme (XIV secolo); la Vergine di Andrea De Litio (XV secolo).

L'ultima tappa è la riserva naturale "Zompo lo schioppo", un Eden, dove, dopo aver pranzato, si può trascorrere l'intero pomeriggio. L'area protetta, quasi interamente ricoperta di boschi, ha una superficie di oltre mille ettari. I percorsi si distingono in sentieri "tematici" ed "escursionistici". I primi sono alla portata di tutti, anche di bambini e non vedenti. Tra questi, il "sentiero natura", ad anello, che in poco tempo porta sotto le cascate, per vivere una grande emozione.

Quelli escursionistici, più lunghi e impegnativi, sono invece per persone esperte e sono adeguatamente segnalati solo con segnaletica orizzontale Cai, e con cartelli direzionali collocati in prossimità degli accessi e degli incroci.Le aree sosta, dello Schioppo, Piano Sacramento, la Fossa, sono dotate di tavoli, panche e punti fuoco, servizi igienici e spazio ristoro.

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