VIBO VALENTIA
Lady Coumadin si è uccisa ai domiciliari: è morta per asfissia / AGGIORNAMENTI
Daniela Lo Russo accusata a Pescara del tentato omicidio del marito con il medicinale: aveva già tentato di togliersi la vita, era uscita dal carcere. Pochi giorni fa la perizia psichiatrica aveva dato l'ok alla sua presenza in aula il 21 dicembre, e il 15 dicembre all'Aquila è fissato un altro processo
PESCARA. Lady Coumadin, Daniela Lo Russo, è morta la notte scorsa mentre era agli arresti domiciliari a Vibo Valentia, dove era da poco uscita dal carcere. Secondo quanto emerso finora, si è uccisa infilandosi un sacchetto di plastica in testa collegato a un tubo di una bombola del gas. Sarebbe quindi morta per asfissia. I carabinieri l'hanno trovata senza vita nell'appartamento in cui scontava gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, precisamente a Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia.
La casa le era stata messa a disposizione da una comunità d'accoglienza, dopo aver ricevuto l'autorizzazione a lasciare il carcere. Pochi giorni fa una perizia psichiatrica aveva stabilito che la donna avrebbe potuto seguire in presenza l'udienza del 21 dicembre del processo che la vede imputata per tentato omicidio. Inoltre il 15 dicembre inizia a L'Aquila il processo in cui Lady Coumadin è accusata in un altro procedimento.
La donna è accusata insieme al figlio di aver tentato di uccidere a Pescara il secondo marito. Gli avrebbe somministrato massicce dosi del Coumadin, farmaco anticoagulante, per compiere una sorta di delitto perfetto. In primo grado lei e il figlio sono stati condannati rispettivamente a 13 anni e 8 mesi, e a 12 anni e 8 mesi.
Daniela Lo Russo aveva già tentato di togliersi la vita quando era rinchiusa nel carcere di Teramo. Venne salvata e ricoverata in ospedale. Sottoposta a perizia psichiatrica, attualmente era detenuta per l'altro procedimento. Quello legato alla sparizione di due faldoni del suo processo, e che madre e figlio avrebbero trafugato dagli uffici della Corte d'Appello dell'Aquila e bruciato nelle campagne di Capestrano. Vicenda che approda in aula a L'Aquila il 15 dicembre.
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