Omicidio Neri, il cugino è ancora all'estero: i carabinieri vogliono interrogarlo
Manca un tassello nelle indagini, e decisiva diventa la testimonianza di Gaetano Lamaletto junior dopo le gravi accuse lanciate anche pubblicamente dalla madre del 28enne ucciso a Fosso Vallelunga
PESCARA. Omicidio Alessandro Neri: ai carabinieri manca un tassello per chiudere gli interrogatori a parenti e amici nell'ambito dell'inchiesta sul 28enne ucciso il 5 marzo scorso con due colpi di pistola, e abbandonato a fosso Vallelunga, nella periferia sud di Pescara. Manca Gaetano Lamaletto junior, il cugino di Alessandro che dal 2015 ha preso in mano l'azienda vinicola del nonno paterno (e di cui porta il nome), estromettendo di fatto dagli affari di famiglia la zia Laura Lamaletto. Gaetano sarebbe partito per l'estero il giorno prima in cui il cugino sarebbe stato ucciso.
GUARDA L'INTERVISTA DI RETE 8 A GAETANO LAMALETTO
Gaetano junior ufficialmente è ancora fuori Italia per lavoro, e in questi giorni i carabinieri del Ris hanno ispezionato a fondo i due Suv che aveva a disposizione. A puntare il dito su di lui, dopo essere stata ascoltata per ben due volte, è proprio la madre di Alessandro, che non ha risparmiato critiche durissime alla sua stessa famiglia, di origine italo-venezuelana.
Così la mamma di Alessandro ieri, anche ai microfoni di Rai 3, ha raccontato quello che avvenne improvvisamente a novembre del 2014: «Mia madre e mio fratello (Camillo Lameletto), si presentano nel mio ufficio e mi dicono “hai tre ore di tempo per liberare il tuo ufficio”. Me ne sono andata perchè volevo proteggere la mia famiglia. Ho abbandonato qualsiasi cosa. Massimiliano (uno dei tre figli) era già negli Stati Uniti, l’altro era a Dublino. Alessandro sempre vicino alla famiglia. Lui è tutto d’un pezzo, come mio marito. Io ho sposato l’onestà che è la cosa all’antitesi della mia famiglia. Ci hanno messo in mezzo ad una strada perchè non mi piegavo al loro volere». Un addio improvviso, dunque, che sarebbe coinciso anche con i problemi di salute di Gaetano Lamaletto, proprietario della tenuta e di tanti immobili in Venezuela e negli Stati Uniti. Da quanto avrebbe raccontato la donna ai carabinieri, dopo la sua estromissione i Lamaletto offrirono un aiuto mensile di 2 mila euro, ma dopo alcuni mesi l'assegno venne tolto. Le famiglie non hanno più rapporti anche se pare che recentemente Alessandro e il cugino avessero ripreso a frequentarsi.
Ha detto ancora Laura Lamaletto al microfono di Rai Abruzzo: «Non ho capito subito perchè Ale non mi avesse chiamato, ho pensato che era pieno di problemi perchè i problemi c’erano e ci sono e quindi pensavo avesse bisogno di stare da solo. Poi ho avvertito come una sensazione che fosse in pericolo, non lo so… Quando gli amici hanno trovato vicino alla casa "dei signori" (intende i Lamaletto) ho pensato che Ale… aveva dente avvelenato dopo questa cosa, avesse avuto voglia di fare qualcosa in più per me. Comunque lo sapremo.... Non rimango in piedi per gli altri miei figli, ma solo per vedere la faccia di chi ha ucciso Alessandro e se c’è un mandante voglio vedere anche quella faccia». Accuse gravi dirette a familiari ben identificabili, ma perchè un familiare avrebbe dovuto chiudere la bocca ad Alessandro a quattro anni di distanza dall'estromissione della sua famiglia dall'azienda del nonno? Il 28enne aveva scoperto qualcosa? Magari su come si stavano gestendo tutti i beni di Gaetano senior? Domande alle quali anche il cugino Gaetano junior è chiamato a rispondere, ma i carabinieri sono ancora in attesa del suo rientro che, si vocifera, non è detto che coincida con la data dei funerali del cugino.