Pescara, la vedova Orlando: "L’assassino merita il carcere a vita"
Lo sfogo della donna: la nostra pasticceria era a norma e mai nessun condomino si è lamentato dei rumori
PESCARA. «Ci sono le analisi dell’Arta, della Asl: tutto era a norma e infatti nessuno si è mai lamentato dei rumori della nostra pasticceria. Anzi, i condomini apprezzavano il profumo dei dolci». Lo chiama «uno stillicidio», Patrizia Chiavaroli, la moglie del pasticciere Giandomenico Orlando ucciso ormai 15 giorni fa: la donna costretta a sobbarcarsi non solo un dolore così grande ma anche l’astio per la sua storica attività considerata dalla difesa di Giovanni Grieco, arrestato per l’omicidio il 6 maggio, così rumorosa tanto da aver spinto Grieco all’atroce gesto.
E, invece, Chiavaroli ricorda bene che «mai nessun condomino si è lamentato per i rumori del laboratorio della nostra pasticceria ma solo Grieco e sua madre». Il buttafuori di 41 anni abita con la mamma proprio sopra la pasticceria Orlando in via Puccini e le due famiglie si conoscono da sempre, da quando gli Orlando avevano avviato la loro attività più di trent’anni fa.
Ed è dagli anni Settanta, come ricorda Chiavaroli, che «ci danno fastidio, che si lamentano tanto che a un certo punto abbiamo anche messo un controsoffitto ma loro nulla, hanno continuato a darci fastidio nonostante l’Arta e la Asl avessero detto che la nostra pasticceria era a norma». E’ su quella presunta rumorosità che invece l’avvocato Paolo Marino, difensore di Grieco, sta spostando l’attenzione, per cercare di ridimensionare l’accusa di omicidio premeditato e cercare di dimostrare che Grieco ha agito perché minato nel suo equilibrio da anni trascorsi sopra a un locale considerato troppo rumoroso. Ma Chiavaroli non crede né alla perizia psichiatrica sul buttafuori di 41 anni rinchiuso nel carcere di Teramo né al frastuono del suo locale perché, come ripete, «gli altri condomini non si sono mai lamentati ma, anzi, mi facevano solo i complimenti per il profumo delle paste».
«Grieco non è pazzo, è sempre stato un violento fin da ragazzino», dice la donna che ha perso il marito dopo che Grieco, per due volte, aveva aggredito anche suo figlio Alessio. Il giovane, come aveva formalizzato nelle denunce dell’avvocato Giuseppe Di Girolamo, era stato raggiunto dai pugni di Grieco per due volte e, per questo motivo, il buttafuori era stato ammonito dal questore. Un provvedimento che non ha frenato il buttafuori che la vedova Orlando definisce come «cattivo e violento». «Deve restare in carcere a vita», si sfoga Chiavaroli che, dopo i funerali, ha riaperto la sua attività in cui lavorano anche i figli Alessio e Francesca. Grieco, durante l’interrogatorio reso al pm Rosangela Di Stefano, si è difeso fornendo la sua versione ma senza pentirsi, senza avere una parola per la famiglia Orlando. Ed ecco perché Chiavaroli è convinta che «se esiste una giustizia, l’assassino di mio marito non deve mai più lasciare il carcere», urla, «perché ha distrutto una famiglia, ha privato due ragazzi del padre e non lo auguro a nessuno». Intanto, la difesa di Grieco ha chiesto e ottenuto la perizia sul buttafuori e sarà lo psichiatra di Villa Serena ad andare in carcere per iniziare le visite su Grieco.
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