Caos in aula dopo la lettura delle sentenza (foto di Giampiero Lattanzio)

PESCARA

Rigopiano, la protesta dei parenti delle vittime: "Vergogna, ingiustizia è fatta" / VIDEO

La rabbia e le urla disperate per la delusione dopo la lettura delle sentenza: "Questi hanno una discarica al posto del cuore. Speriamo nell'appello, ma se questo è l'andazzo non c'è più niente da fare"

PESCARA. «Questi qui hanno una discarica al posto del cuore! Speriamo nell'appello, ma se questo è l'andazzo non spero più niente, devo solo salvagardare la mia vita per portare avanti il nome di mia figlia». Così, pochi istanti dopo la lettura della sentenza, il padre di Jessica Tinari, morta nel resort di Farindola a 24 anni insieme al fidanzato Marco Tanda. «Noi pretendiamo rispetto dalle istituzioni, paghiamo con le nostre tasse i loro lauti stipendi e questi ci trattano in questo modo. Meglio che stia zitto, sennò non so cosa posso dire», conclude allontanandosi tra le lacrime come riporta anche l'agenzia Ansa.

leggi anche: Le maglie con i volti delle vittime di Rigopiano nelle prime due file dell'aula del tribunale (foto G.Lattanzio) Rigopiano, cinque condanne e tutti gli altri assolti: rabbia in aula / VIDEO Assolti sia l'ex prefetto Francesco Provolo che l'ex presidente della Provincia Antonio Di Marco. Condannati l'ex sindaco di Farindola e due funzionari della Provincia. Dura la protesta delle famiglie delle vittime al grido di "fate schifo"

Urla in aula Francesco D'Angelo, fratello di Gabriele D'Angelo, cameriere dell'hotel, morto nel crollo. «Sei anni buttati qua dentro! Per fare che? Tutti assolti, il fatto non sussiste! Quattro minuti di chiamata! Chi ha chiamato mio fratello? Chi ha chiamato?», urla disperato ricordando le telefonate di Gabriele dirette verso la Prefettura la mattina del 18 gennaio 2017. D'Angelo, alle 11,38, circa cinque ore prima della valanga, chiamò il Centro coordinamento soccorsi della prefettura per chiedere di liberare la strada e consentire agli ospiti dell'hotel di lasciare la struttura.

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Rigopiano, la rabbia in aula dopo la sentenza: i parenti delle vittime trattenuti dalle forze dell'ordine
Urla dettate dalla delusione, momenti di tensione ma anche di rinnovato dolore a Pescara (video di Giampiero Lattanzio)

«Giudice, non finisce qui» è l'urlo rivolto al giudice Sarandrea da un superstite della tragedia di Rigopiano, Giampaolo Matrone, 39 anni, di Monterotondo - che sotto la valanga perse la moglie Valentina Cicioni, infermiera al Gemelli - subito dopo la lettura della sentenza in cui la maggioranza degli imputati è stata assolta. Matrone è stato poi allontanato dall'aula dalle forze dell'ordine

«Vergogna, vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini. Venduti. Fate schifo». Queste le urla dei parenti delle vittime di Rigopiano nel caos generale dopo la lettura della sentenza. Alcuni parenti delle vittime trattenuti a stento dalle forze dell'ordine.