GLI INTERROGATORI
Rigopiano: "Nessun brogliaccio, solo fogli volanti"
L'avvocato Tucci spiega perché la sua assistita, Giulia Pontrandolfo, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Ascoltato dai pm anche il viceprefetto Mazzia
«La prefettura non ha brogliacci, non li aveva quando ha aperto la sala operativa e veniva tutto appuntato su fogli volanti che, finito il turno non si sa che fine facevano».
Lo ha detto l'avvocato Gianluigi Tucci che, con il legale Giampiero Castrataro, assiste la funzionaria della prefettura di Pescara, Giulia Pontrandolfo, indagata insieme ad altre sei persone nell'inchiesta bis della Procura per frode processuale e depistaggio, oggi pomeriggio a Pescara, dopo che l'indagata si è avvalsa della facoltà di non rispondere. «Una scelta dettata dal fatto che siamo al buio» ha sottolineato Tucci «non avendo alcuna altra notizia che non sia uscita sugli organi di stampa e essendo venuti a sapere dai giornali delle telefonate arrivate in prefettura». Il legale ha poi rimarcato che «Pontrandolfo è un'assistente sociale e, in quel giorno di emergenza, come altri colleghi, fu catapultata nella sala operativa della protezione civile per rispondere alle telefonate che arrivavano da ogni dove». Nel primo pomeriggio, è stato ascoltato anche un altro dirigente prefettizio, tra i sei indagati nell'inchiesta bis della procura di Pescara sulla tragedia di Rigopiano. «Il dottor Mazzia ha chiarito la sua posizione, è venuto da Foggia quando i fatti erano già avvenuti, è rimasto due settimane ed essendo un esperto di protezione civile è venuto per dare una mano. Non aveva rapporti con nessuno e dunque non aveva alcuna ragione per coprire qualcosa o qualcuno». Lo ha detto l'avvocato Gianluca Ursitti, al termine del l'interrogatorio del suo assistito, il vice prefetto Sergio Mazzia, indagato per frode processuale e depistaggio. «Ha spiegato tutto» ha aggiunto l'avvocato «nel corso di un interrogatorio corretto, e ora è fiducioso che in breve tempo la cosa potrà chiarirsi». Nel corso della giornata,0 è stata interrogata anche un'altra funzionaria della prefettura di Pescara, Daniela Acquaviva (vedi articolo collegato).