RIGOPIANO
Daniela Acquaviva: "Non so nulla del depistaggio"
La funzionaria della prefettura risponde alle domande del pm Papalia sui brogliacci delle telefonate spariti. Domani secondo anniversario della tragedia
PESCARA. Ha risposto alle domande del pm Andrea Papalia, affermando di non sapere nulla in merito alle contestazioni relative alle accuse di depistaggio e frode processuale, la funzionaria della prefettura di Pescara, Daniela Acquaviva, indagata nell'inchiesta bis della Procura. Domani il secondo anniversario della tragedia con 29 morti e 11 sopravvissuti. «Riteniamo di avere chiarito» hanno detto i legali dell'indagata, Giacomo Di Francesco e Manuel Sciolè «che la nostra assistita è del tutto estranea ai fatti». Acquaviva è stata interrogata per oltre un'ora dal pm, coadiuvato dai carabinieri forestali. È stata la prima ad essere ascoltata oggi in procura a Pescara. Dopo di lei sarà la volta dei due viceprefetti Salvatore Angieri e Sergio Mazzia, e dei dirigenti della prefettura Giancarlo Verzella, Giulia Pontrandolfo. Assenti l'ex prefetto Francesco Provolo e la dirigente Ida De Cesaris. L'accusa, per i sette indagati, è di avere occultato il brogliaccio delle segnalazioni del giorno 18 gennaio alla mobile di Pescara per nascondere la telefonata effettuata dal cameriere Gabriele D'Angelo, che prima della valanga chiese aiuto al centro coordinamento soccorsi della prefettura. Acquaviva, nei mesi passati, balzò alle cronache per la telefonata nella quale proferì la frase «la mamma degli imbecilli è sempre incinta», rispondendo a un carabiniere che le riferì delle prime richieste d'aiuto relative al disastro del resort.