PESCARA
Scoperto il "bancomat" dei furbetti del reddito di cittadinanza, denunciato tabaccaio / VIDEO
Monetizzava gli importi caricati sulle card in cambio di una provvigione simulando l'acquisto di beni di prima necessità. In cinque nei guai per truffa e in tre per esercizio abusivo
PESCARA. Finisce nel mirino delle fiamme gialle di Pescara un tabaccaio pescarese che, in cambio di una provvigione calcolata sulla base di un tariffario esposto al pubblico, monetizzava gli importi caricati sulle card rilasciate ai percettori di reddito di cittadinanza. Il titolare dell'esercizio, di fatto, si era trasformato in un vero e proprio “bancomat”, dal quale poter prelevare denaro contante esibendo la relativa carta e simulando l’acquisto di beni o servizi di prima necessità.
GUARDA IL VIDEO
La guardia di finanza di Pescara ha acceso i riflettori sul tabaccaio che, nel proprio esercizio commerciale, arrivava in poche ore ad elargire migliaia di euro ai “clienti” del business illegale che si avvicendavano senza sosta davanti al bancone del negoziante. I percettori del reddito di cittadinanza ricorrevano a questa forma illecita di cash dispenser per aggirare le limitazioni imposte dalla legge all’utilizzo delle card, consentito solo per i pagamenti di prodotti come generi alimentari, articoli sanitari e forniture energetiche, ovvero per prelevare contante direttamente dagli sportelli Atm autorizzati, ma nella misura massima mensile di 100 euro.
È scattata, di conseguenza, la denuncia all’autorità giudiziaria competente di cinque persone, in concorso tra loro, per truffa ai danni dello Stato, e di altre tre, cioè il tabaccaio ed i suoi collaboratori, per esercizio abusivo di attività finanziaria. Una volta scoperto il meccanismo fraudolento utilizzato, sono state avviate ulteriori attività ispettive dirette a scandagliare tutte le operazioni poste in essere con tali modalità, per arrivare ad identificare altri possibili titolari di reddito di cittadinanza beneficiari nel tempo delle prestazioni abusive dell’esercente, facendo luce anche sul complessivo giro d’affari illecito del commerciante. Lo sviluppo delle indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Pescara, potrebbe dunque far emergere un sistema di frode ai danni dello Stato, ideato e realizzato anche in contesti criminali locali.