L'ingresso del Parco in via Raffaello (foto G.Lattanzio)

PESCARA

Thomas ucciso da 25 coltellate: "Nessun pentimento dei due fermati"

 E' stato invece un altro ragazzo, testimone dell'agguato, a ravvedersi e a innescare le indagini e il ritrovamento del corpo. Movente: un debito di droga di 250 euro

PESCARA. Con il passare delle ore si delineano ulteriori particolari sull'omicidio del Parco Baden Powell. Risulta coinvolto un gruppo di sette o otto persone, due delle quali entrate in azione per commettere il delitto. La vittima Thomas Luciani, stando alle prime informazioni, sarebbe stata raggiunta da circa 25 coltellate.

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I due aggressori avrebbero continuato a colpirlo anche quando il giovane era già esanime a terra. All'origine dei fatti, un debito di droga di poche centinaia di euro: forse 200 o 250. Non è chiaro, al momento, se i due minorenni siano entrati in azione con l'intento di uccidere o se si sia trattato di una lite finita male. Il gruppetto di ragazzi ha raggiunto il parco. Poi due di loro sono entrati e hanno incontrato il 17enne. Raggiunta una zona non sorvegliata, lo hanno colpito ripetutamente con un coltello, presumibilmente da sub, viste le lesioni riportate dal ragazzo. Dopo averlo abbandonato tra le sterpaglie si sono allontanati.

IL BAGNO IN SPIAGGIA - Il gruppo, poi, è andato al mare, in uno stabilimento balneare del centro, e ha fatto il bagno. Lì, stando alle testimonianze raccolte, sarebbe stato abbandonato il coltello. L'arma, al momento, non è stata trovata e vanno avanti le ricerche dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco

"NESSUN PENTIMENTO DEI FERMATI" - I due ragazzi fermati per l'omicidio del Parco Baden Powell non avrebbero tradito emozioni durante il primo interrogatorio: al momento non ci sono state reazioni particolari, in sostanza c'è stata assenza di empatia emotiva o pentimento, questo al momento, nei prossimi giorni si vedrà se a determinare questo stato è lo choc e ci saranno cambiamenti emotivi. Lo si apprende da fonti investigative. Le indagini sono coordinate da ieri sera, dal capo della Procura per i minorenni dell'Aquila, David Mancini, e dal sostituto Angela D'Egidio, che ieri hanno fatto un sopralluogo nella zona dove è maturato l'omicidio. I due presunti omicidi sono liceali figli di buona famiglia, inseriti socialmente. Dalle fonti vicine al Tribunale emerge che alla base del delitto ci sarebbe un probabile debito di "stupefacente di cui fanno uso ragazzi di quella età" che i due avrebbero dovuto alla vittima per cessioni precedenti: si parla di circa 250 euro. Viene definito "fondamentalmente di persone apparentemente normali" il contesto sociale che contraddistingue sia la vittima che i due presunti omicidi, di un anno più piccoli, tutti e tre cittadini italiani. I due ragazzi sono in stato di fermo in un centro di prima accoglienza: entro quattro giorni ci sarà l'udienza di convalida.

IL COETANEO "PENTITO" - A lanciare l'allarme sull'omicidio del 17enne Thomas Luciani, alcune ore dopo i fatti, secondo quanto appreso, è stato uno dei giovani che facevano parte del gruppo insieme ai due indagati, dopo aver compreso la gravità dell'accaduto. A quel punto, il rinvenimento del cadavere e l'avvio delle indagini, che in poche ore hanno consentito di individuare i presunti responsabili. Determinante, nel lavoro certosino condotto dagli investigatori della squadra Mobile della Questura di Pescara, diretti dal vice capo Mauro Sablone, oltre alla testimonianza, anche la visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti al parco e allo stabilimento balneare.