il peschereccio
Il capitano abruzzese liberato in Gambia: "Sono fuori dall’inferno"
Sono le prime parole dette al telefono dal comandante di Silvi della Idra Q alla moglie Gianna dopo la scarcerazione in Gambia
SILVI. «Sono fuori dall’inferno», queste le prime parole che ha pronunciato Sandro De Simone, il capitano della nave sequestrata in Gambia, quando, dopo quindici giorni di detenzione, martedì sera ha chiamato la moglie Gianna a Silvi. Un colloquio durato solo qualche minuto.
La moglie ci racconta con voce emozionata: «Anche io sono fuori dall’inferno, ho passato giorni difficili, i pensieri cattivi che ho avuto non li auguro a nessuno. Sandro mi ha detto che le sue condizioni fisiche e psichiche non sono state buone, il non sapere come sarebbe andata a finire l’ha messo a dura prova. L’ho lasciato riposare non l’ho tartassato di domande, gli serve del tempo per riprendersi. Tra le prime cose che mi ha detto è che finalmente si è potuto fare una doccia e dormire su un letto vero. Le condizioni in quelle carceri ucciderebbero chiunque e sono inumane. Tutti i prigionieri vengono trattati allo stesso modo senza valutare la gravità del reato. Lì non ci sono condanne leggere, lui ha pagato troppo caro quella difformità delle reti».
. La donna si apre e sembra voler trasmettere a tutti la sua felicità. Continua a parlare di quel breve colloquio avuto con il marito. «Per me e la mia famiglia sono stati 15 giorni di passione. C’è incertezza sui tempi di rilascio, Sandro mi ha comunicato che lì le procedure sono complesse e diverse dalle nostre. Adesso sono solo contenta che ci possiamo parlare al telefono. Può farlo solo quando è in albergo ed in certi orari». Poi accenna a una polemica: «Ho saputo della sua scarcerazione dai mezzi di informazione e non da canali ufficiali governativi. E’ stato l’armatore a condurre tutta la pratica, la società ha fatto di tutto e di piu per liberarlo». Anche il fratello del capitano, Cesare De Simone, esprime la sua gioia per la fine dell’incubo. «Sandro ancora l’ho sentito al telefono», dice, «ma ho saputo che era in una cella di circa 25 metri quadri, senza finestre, dove c’erano circa 80 persone. Ha vissuto in condizioni disumane. Solo un pezzo di pane la mattina e del te a pranzo per un’ intera giornata. Ieri è andato a fare una visita in clinica accompagnato dall’armatore. Ha riottenuto finalmente il cellulare, aspetto con ansia che mi chiami»”.
Sandro De Simone era finito in carcere in Gambia lo scorso 2 marzo assieme all’ufficiale di macchina della nave da pesca oceanica Idra Q Massimo Liberati di San Benedetto del Tronto, scarcerato lo scorso 9 marzo «La società armatrice», dicono alla Italfish di Martinsicuro, «ha negoziato direttamente con le autorità del Gambia, riuscendo a ottenere la scarcerazione dietro garanzia e cauzione».