verso il processo

Martinsicuro, Collins rischia fino a 12 anni di carcere

Ma il presidente della Onlus che si batte per l’omicidio stradale dice: «Senza la nuova legge se la caverà con 4 o 5»

MARTINSICURO. Per ora Stephen Collins resta ricoverato in ospedale. Il giorno dopo il provvedimento con cui il gip Roberto Veneziano ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere, l’uomo è ancora al Mazzini, piantonato dagli agenti di polizia penitenziaria. Quando sarà dimesso (ha riportato ferite lievi) andrà in carcere con l’accusa di omicidio colposo plurimo aggravato. Perchè per il giudice il 36enne inglese che si è messo al volante della sua auto ubriaco uccidendo i marittimi Graziano Battistelli e Marco Iampieri potrebbe farlo ancora.

leggi anche: Martinsicuro, due morti nello schianto tra auto, arrestato l'altro conducente Le vittime sono due pescatori e stavano andando insieme a lavorare a San Benedetto sul Tronto quando, lungo la statale Adriatica, sono stati travolti da un Suv Audi Q7 guidato da un cittadino inglese. L'uomo era ubriaco ed è stato arrestato. Altri due incidenti gravi a Roseto e nella galleria di Collurania

In attesa della nuova legge sull’omicidio stradale (a gennaio ci dovrebbe essere l’ok definitivo della Camera), Collins rischia fino a 12 anni di carcere. Questo, almeno, è quello che in questi casi prevede l’articolo 589 del codice penale, quello sull’omicidio colposo, quando ci sono più vittime. E qualche giorno fa il tribunale di Lagonegro ha condannato a dieci anni, con il rito abbreviato, il giovane che ubriaco alla guida nel 2014, vicino a Salerno, uccise quattro ragazzi seduti al bar. Stefano Guarnieri, in qualità di presidente della Onlus che porta il nome del figlio Lorenzo (travolto e ucciso da un automobilista che guidava ubriaco al parco delle Cascine a Firenze), è tra coloro che più si sono battuti perché anche in Italia venisse introdotto il reato di omicidio stradale. Guarnieri è voluto intervenire sull’ incidente di Martinsicuro e sul responsabile Collins. Dice Guarnieri: «In Italia, mancando ancora la tormentata legge sull'omicidio stradale, probabilmente se la caverà con una condanna a quattro-cinque anni di reclusione, ma in patria, in Inghilterra, l'uomo che ha ucciso i due marittimi che si recavano al lavoro a S. Benedetto avrebbe dovuto pagare un conto ben più salato. Là i giudici si rifanno al common law, ovvero la consuetudine delle sentenze già emesse sulla stessa materia, e al Road Act, una sorta di codice della strada che regola appunto le varie sanzioni legate alle diverse infrazioni. In teoria si può arrivare fino a 14 anni di reclusione, ma è più realistico ipotizzare una condanna attorno ai dieci anni, che comunque aprirebbe all'autore dell'omicidio colposo plurimo le porte del carcere, che invece in Italia anche dopo la sentenza potrebbero essere evitate. Una volta approvata la legge sull'omicidio stradale, anche da noi ci sarà un importante giro di vite, arrivando fino a 18 anni di carcere».

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