disastro in mare

Yacht in fiamme a picco, sarà l’armatore russo a recuperarlo nelle acque tra Giulianova e Tortoreto

Effettuate le operazioni antinquinamento con la nave Monterosa nel luogo in cui si è incendiato ed è affondato il Larissa. Prima preoccupazione: evitare la dispersione di sostanze oleose in mare

GIULIANOVA. È affondato alle 19,30 lo yacht Larissa, distrutto dll’incendio divampato a bordo e durato due ore e mezzo. Circa un’ora dopo il divampare delle fiamme, la nave antinquinamento Monterosa della società Castalia-Ecolmare salpata dal porto di Giulianova per circoscrivere la zona di mare ed evitare che si spargesse carburante. Il personale della nave ha utilizzato dei galleggianti e dei solventi per limitare al massimo lo spargimento di sostanze oleose. Del recupero – ha spiegato il tenente di vascello Sandro Pezzuto, comandante dell’ufficio circondariale marittimo di Giulianova – si occuperà l’armatore russo dello yacht, ma non si sa quando potrann oiniziare le operazioni.

leggi anche: Yacht va in fiamme e affonda in Adriatico: salvati otto naufraghi - Foto e Video Paura a largo della costa teramana. Un'imbarcazione ha preso fuoco nel tratto di mare tra Tortoreto e Giulianova. Salve le 8 persone a bordo, tra cui un ragazzo e una ragazza minorenne, grazie all'intervento degli adetti dello stabilimento Antares di Tortoreto

L’incidente è accaduto a soli quattro giorni dall’esercitazione effettuata nel porto di Giulianova, che ha visto la collaborazione della Guardia costiera e della Croce rossa italiana per simulare il salvataggio di tre i naufraghi caduti in mare dopo l’incendio della loro imbarcazione. «Siamo sempre pronti ad intervenire, i soccorsi hanno funzionato bene», ha commentato Pezzuto, «ma l’esercitazione è servita in ogni caso».

Nell’esercitazione di martedì scorso sono subito arrivati la motovedetta 884 e un gommone della Guardia costiera, gli stessi che sono giunti sul posto qualche minuto dopo il vero incendio divampato a bordo dello yacht Larissa. La motovedetta 884, con a bordo Pezzuto, è l’unica dotata di un sistema antincendio ed infatti ieri, come ha raccontato il comandante, ha subito iniziato a pompare acqua per spegnere il fuoco. Come avvenuto nel’esercitazione, subito dopo l’incendio dello yacht è giunto un gommone della Croce rossa con i sommozzatori per recuperare eventuali dispersi in mare (anche se ieri, fortunatamente, tutti gli otto passeggeri dell’imbarcazione sono stati portati in salvo, con l’aiuto di imbarcazioni private che si trovavano nelle vicinanze).

«In porto», ha spiegato il comandante Pezzuto, «ci sono i sommozzatori della Croce rossa pronti ad intervenire ma, per incendi di questa portata, devono arrivare altri mezzi da fuori». Infatti, alcuni minuti dopo, un elicottero dei vigili del fuoco (nell’esercitazione si trattava di un elicottero della polizia da cui si gettavano in mare, con l’aiuto di un verricello, gli uomini della croce rossa per recuperare un disperso) si è alzato in volo per cercare di spegnere le fiamme. Sull’incidente sono state aperte due inchieste parallele; una amministrativa e l’altra penale.

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