Il sindacato: la società non programma investimenti in risorse umane e vive alla giornata
Cisl: Trenitalia dimentica l'Abruzzo
Di Naccio critica: servizio pessimo e assunzioni fatte fuori regione
PESCARA. «È un vero e proprio furto di lavoro quello perpetrato da Trenitalia nei confronti della comunità regionale abruzzese». Lo afferma la Cisl Trasporti che chiede «l'assunzione di giovani abruzzesi al fine di coprire le carenza di personale che, unitamente ad altre cause, sono alla base del pessimo servizio fornito».
«Siamo davvero stufi dell'indifferenza della società Trenitalia», dice il segretario regionale della Fit-Cisl, Alessandro Di Naccio, «così attenta a esaltare le opportunità del mercato salvo poi dimenticare che lo stesso mercato prevede che a un corrispettivo pattuito corrisponda poi un servizio reso. Abbiamo il dovere di evidenziare non solo la pessima qualità del trasporto ma anche il mancato ritorno in termini occupazionali degli investimenti in servizi che la Regione fa utilizzando i contributi degli abruzzesi».
Anche quando la carenza di personale è «palese», aggiunge la Cisl, «si fa di tutto per monetizzare quella che è, una volta tanto, una opportunità».
Per Di Naccio, i dati sono inconfutabili: «La direzione Abruzzo di Trenitalia è al momento con una carenza di personale impressionante, pari almeno a quaranta persone, e il dato è destinato a crescere stante l'elevata età anagrafica e contributiva, in media, del proprio personale».
«Ci sono alcune figure professionali», aggiunge Di Naccio, «come quella del macchinista, che necessitano di almeno 24 mesi di professionalizzazione prima che possano effettivamente essere utilizzate a pieno regime: ciò vuol dire che non vi è assolutamente una programmazione minima di investimenti in risorse umane e che si preferisce vivere alla giornata cavillando su un contratto di servizio dalle risorse comunque certe».
«Abbiamo già registrato», conclude il segretario abruzzese della Cisl-Fit, «l'utilizzazione di personale trasfertista proveniente da altre regioni chiamato a sopperire, peraltro in maniera del tutto insufficiente e con aggravi di costi, alle carenze. Noi diciamo che la strutturalità del servizio merita investimenti in risorse umane abruzzesi e che una seria programmazione, anche alla luce delle recenti variazioni normative, rappresenta l'unico vero approccio al mercato».
Trenitalia, da pare sua, sottolinea la correttezza del suo rapporto con al Regione. «L'impegno di Trenitalia in Abruzzo, come in ogni altra regione», si legge in una nota della società di cui ad Mauro Moretti, «è regolato da un contratto sottoscritto sulla base del catalogo dei servizi di Trenitalia. Il catalogo costituisce uno strumento di trasparenza tra committente (Regione) e fornitore (Trenitalia), perché evidenzia in maniera analitica i prezzi dei singoli servizi disponibili e acquistabili dalla Regione. Prezzi calcolati prendendo come riferimento i tempi di percorrenza del 2006 e i costi di allora, ridotti del 9%. Trenitalia si è, infatti, assunta l'impegno, e il relativo rischio d'impresa, di migliorare l'efficienza dei suoi processi e di ridurre quindi quei costi».
«Siamo davvero stufi dell'indifferenza della società Trenitalia», dice il segretario regionale della Fit-Cisl, Alessandro Di Naccio, «così attenta a esaltare le opportunità del mercato salvo poi dimenticare che lo stesso mercato prevede che a un corrispettivo pattuito corrisponda poi un servizio reso. Abbiamo il dovere di evidenziare non solo la pessima qualità del trasporto ma anche il mancato ritorno in termini occupazionali degli investimenti in servizi che la Regione fa utilizzando i contributi degli abruzzesi».
Anche quando la carenza di personale è «palese», aggiunge la Cisl, «si fa di tutto per monetizzare quella che è, una volta tanto, una opportunità».
Per Di Naccio, i dati sono inconfutabili: «La direzione Abruzzo di Trenitalia è al momento con una carenza di personale impressionante, pari almeno a quaranta persone, e il dato è destinato a crescere stante l'elevata età anagrafica e contributiva, in media, del proprio personale».
«Ci sono alcune figure professionali», aggiunge Di Naccio, «come quella del macchinista, che necessitano di almeno 24 mesi di professionalizzazione prima che possano effettivamente essere utilizzate a pieno regime: ciò vuol dire che non vi è assolutamente una programmazione minima di investimenti in risorse umane e che si preferisce vivere alla giornata cavillando su un contratto di servizio dalle risorse comunque certe».
«Abbiamo già registrato», conclude il segretario abruzzese della Cisl-Fit, «l'utilizzazione di personale trasfertista proveniente da altre regioni chiamato a sopperire, peraltro in maniera del tutto insufficiente e con aggravi di costi, alle carenze. Noi diciamo che la strutturalità del servizio merita investimenti in risorse umane abruzzesi e che una seria programmazione, anche alla luce delle recenti variazioni normative, rappresenta l'unico vero approccio al mercato».
Trenitalia, da pare sua, sottolinea la correttezza del suo rapporto con al Regione. «L'impegno di Trenitalia in Abruzzo, come in ogni altra regione», si legge in una nota della società di cui ad Mauro Moretti, «è regolato da un contratto sottoscritto sulla base del catalogo dei servizi di Trenitalia. Il catalogo costituisce uno strumento di trasparenza tra committente (Regione) e fornitore (Trenitalia), perché evidenzia in maniera analitica i prezzi dei singoli servizi disponibili e acquistabili dalla Regione. Prezzi calcolati prendendo come riferimento i tempi di percorrenza del 2006 e i costi di allora, ridotti del 9%. Trenitalia si è, infatti, assunta l'impegno, e il relativo rischio d'impresa, di migliorare l'efficienza dei suoi processi e di ridurre quindi quei costi».
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