Emergenza e ricostruzione, il Senato indaga sul terremoto all’Aquila

11 Novembre 2016

Via libera alla commissione d’Inchiesta. Dovrà fare luce sulle criticità emerse durante la fase iniziale e quella successiva al sisma del 2009

di Antonio Pitoni

ROMA

L. a notte del 6 aprile 2009, alle 3:32, Antonietta non rideva quando il terremoto l’ha sorpresa nel cuore della notte. «E non ridevo quando ho saputo dei ragazzi della casa dello studente…». Eppure, quella stessa notte, a L’Aquila, c’era qualcuno che rideva eccome. Come l’imprenditore Francesco Piscicelli che già pensava al business della ricostruzione. «...Eh certo... io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto», diceva in un’intercettazione con il cognato mentre nella città piegata dal sisma si contavano già i morti e i feriti. Dopo più di 7 anni da quella drammatica notte e vari miliardi di euro spesi per una ricostruzione ancora lontana dal completamento, gli aquilani, gli abruzzesi e gli italiani aspettano ancora la verità.

Inchiesta bipartisan Una verità che adesso la commissione monocamerale d’Inchiesta parlamentare, istituita ieri a Palazzo Madama (con 172 sì e 2 astenuti) avrà il compito di scrivere. Indagando, con gli stessi poteri della magistratura, sulle criticità emerse nel corso della ricostruzione. E che il testo del relatore Stefano Vaccari del Partito democratico, nato dalle proposte dalle senatrici Enza Blundo (M5S) e Stefania Pezzopane (Pd), indica in modo dettagliato. Affidando all’organismo parlamentare il compito di fare luce «sulle modalità di gestione dell’emergenza e della ricostruzione da parte dei soggetti istituzionali coinvolti sin dalle attività di primo intervento». Nonché sull’impiego delle relative risorse.

Indagini al tappeto Non solo. La commissione dovrà accertare anche l’«eventuale distrazione o cattiva gestione» dei fondi stanziati. A cominciare da quelli destinati «alla ricostruzione dell’edilizia residenziale pubblica» e agli interventi di «ricostruzione o riparazione» degli edifici di proprietà dell’Ater e dell’Erp (Edilizia residenziale pubblica comunale sovvenzionata). Due categorie di immobili sui quali dovrà essere accertato anche lo stato della ricostruzione. Ma non è tutto. Il testo chiede di fare luce anche sull’impiego dei soldi stanziati dal Cipe «e assegnati alla Regione Abruzzo per la ricostruzione e la messa in sicurezza degli edifici scolastici dei comuni danneggiati dal terremoto».

Ombre criminali L’elenco dei compiti affidati ai 20 senatori che dovranno occuparsi dell’Inchiesta parlamentare è ampio e articolato. Si va dalla verifica della «regolarità delle procedure di assegnazione degli appalti e dei subappalti pubblici» alle relative «attività di controllo e di monitoraggio». Senza trascurare il «grado di infiltrazione di associazioni malavitose nelle opere di ricostruzione». Gli accertamenti della commissione riguarderanno anche l’affidamento e lo svolgimento dei lavori per la realizzazione delle «opere provvisionali» realizzate nei centri storici, «come ad esempio i puntellamenti degli immobili dissestati».

Ordinanze nel mirino Le indagini dovranno anche stabilire a quanto ammontano, «indicativamente», le risorse finanziarie «ancora necessarie ed il termine temporale prevedibile per il completamento» della ricostruzione post-sisma. Andranno inoltre chiarite le motivazioni che hanno indotto a ricorrere alle discusse ordinanze del presidente del Consiglio «per la gestione dell’emergenza e della ricostruzione». Valutandone anche l’«adeguatezza» e la «congruità» sotto il profilo dell’«imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa». Accertamenti specifici investiranno anche la «realizzazione delle case provvisorie prevista dal progetto Complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili». Verificando, infine, le misure per la ripresa e il risarcimento delle attività produttive, commerciali e professionali.

Pronti al via Spetterà ora ai gruppi parlamentari indicare i 20 componenti della commissione. Che eleggeranno, a loro volta, i propri organi interni. A cominciare dal presidente. L’organismo d’inchiesta avrà a disposizione 50 mila euro l’anno per le spese di funzionamento. Il voto con cui l’Aula ha dato ieri il via libera alla commissione è stato accolto con soddisfazione dalla pattuglia parlamentare abruzzese. Un’occasione per «fare finalmente chiarezza sugli errori e sulle responsabilità politiche, a diverso titolo, legate alla ricostruzione post terremoto», la definisce la Blundo del M5S. Ora, assicura la Pezzopane (Pd), «la commissione avrà 6 mesi per indagare sulla gestione dell'emergenza, sull’affastellarsi delle ordinanze, sulle leggi contraddittorie, sull’esclusione dei comuni e degli enti locali dal potere di decisione, fino al 2012, sugli strumenti e le procedure per la ricostruzione». Per la senatrice Paola Pelino di FI è il momento di «fare chiarezza sulle eventuali responsabilità, ritardi e manchevolezze nella complessa fase della ricostruzione» anche «per onorare le tante vittime di una tragedia ancora presente nella nostra mente».

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