L'Aquila: impiegato trasferito, azienda multiservizi condannata
Dall'ufficio Appalti al magazino: la Corte d'Appello riconosce il demansionamento. E l'Ugl si rivolge alla CorteConti per le spese di un avvocato esterno
L'AQUILA. La Corte d’Appello dell’Aquila, Sezione Lavoro, ha riconosciuto che l’improvviso trasferimento di un impiegato dall’ufficio Appalti dell'Azienda multiservizi (Asm) al magazzino aziendale, deciso dall’amministrazione Tordera nel 2015 e mantenuto fermo dall’amministrazione Rosettini, rappresenta un grave demansionamento, poichè il lavoratore era passato dal redigere i bandi di gara e svolgere compiti di impiegato di concetto al consegnare scope e guanti agli operai e copertoni alle officine.
La Corte, confermando la sentenza di primo grado del Giudice del Lavoro dell’Aquila, ha quindi riconosciuto dovuto il risarcimento al lavoratore (che era assistito dal legale dell’Ugl Isabella Di Benedetto), dichiarando dovuta una somma pari ad 1/3 dello stipendio per i mesi intercorrenti tra l’assegnazione al magazzino ed il deposito del ricorso in primo grado. Adesso il lavoratore, che è rimasto presso il magazzino durante i due gradi di giudizio agirà per il pagamento degli altri danni da demansionamento maturati durante la causa (durata due anni) ed anche per il riconoscimento degli altri danni subiti, mentre l’Asm, dati i precedenti, dovrà pagare ancora, dovendo adesso saldare le spese di giudizio e le spese di un avvocato esterno che ha incaricato per l’appello, pur avendo in organico un avvocato regolarmente stipendiato ed avendo un altro avvocato (Francesco Rosettini) come amministratore unico, oltretutto anch'egli incaricato in passato di consulenza esterna dall’azienda.
La stessa Ugl chiederà alla Procura della Corte dei Conti di verificare se i tanti soldi spesi dall’Asm in questo caso per avvocati, spese e danni potevano essere risparmiati.