Flessioni italiane nei giorni del virus

4 Aprile 2020

Che cosa fanno gli italiani nei giorni della clausura? La retorica delle buone intenzioni racconta una storia che però non sempre risponde al vero. A sentire ciò che gli italiani dicono di loro stessi sui social, il coronavirus ci avrebbe trasformati in un popolo di amanti dei classici, che non vedono l’ora, al mattino, di mettersi in poltrona a leggere libri buoni da sfoggiare nella società virtuale. In realtà facciamo altro. Non tutti, sia chiaro. Ma la maggioranza di noi preferisce sollevare pesi da palestra piuttosto che tomi di filosofia. Non si spiega altrimenti il boom degli acquisti di articoli per il cosiddetto fitness. Il sito siciliaweb raccontava ieri ciò che sta succedendo: «Stime parlano di un 284% in più di vendite di elastici, manubri, kettlebell, tappetini rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso». Gli italiani, insomma, si preparano per tempo al ritorno alla vita normale, facendo flessioni e alzando pesi. Temono di non essere preparati all’impatto con i tuffi in mare e le scarpinate in montagna. La robustezza e l’elasticità del nostro corpo ci preoccupano più della destrezza della mente. Brutto segno. Il rischio, infatti, è che affronteremo il futuro con pettorali e addominali scolpiti ma, come spesso accade, con il cervello anchilosato per carenza d’esercizio.
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