28 novembre
Oggi, ma nel 1942, a Paola, sull’isola di Malta, sulla forca del carcere di Corradino, veniva impiccato Carmelo Borg Pisani, di 28 anni, condannato alla pena capitale per tradimento dal presidio britannico quale spia in forza al Sim, il Servizio informazioni militari alle dipendenze del governo mussoliniano. Era stato inviato come informatore di avamposto strategico in vista della preventivata invasione armata ideata dal figlio del fabbro di Predappio in virtù delle profonde conoscenze dei luoghi, essendovi nato e cresciuto.
La vittima (nella foto, particolare, immortalata in un documento segnaletico UK degli archivi maltesi), che nella vita da civile nel periodo antecedente al secondo conflitto mondiale era pittore dello studio d’arte romano del partenopeo Carlo Siviero - che era tra l’altro anche docente dell’Accademia di belle arti della Capitale, istituzione che lo stesso Borg Pisani aveva frequentato con profitto - era l’irredentista maltese filo-fascista di punta. Il suo pensiero era tutto in favore della cacciata degli inglesi dall’amministrazione della Valletta quale tattica necessaria per consentire l’eventuale ritorno della gestione a plenipotenziari dalle radici tricolori.
L’esecuzione della massima sentenza convogliava Borg Pisani di diritto tra i martiri della rivoluzione in orbace, proprio secondo la definizione che ne darà pubblicamente “M”. Con in più l’enfasi dell’ardita azione, con conseguente drammatica benché gloriosa caduta inneggiando all’Italia, svolta a cavallo tra il Belpaese e Senglea, la cittadina d’origine. Verosimilmente Borg Pisani sarebbe stato lanciato allo sbaraglio se non addirittura tradito dagli stessi esponenti del Partito nazionale fascista. Certamente la sua vicenda politica ed umana rimarrà controversa sia in Italia che a Malta. Col grado di sotto capo manipolo, equivalente a sottotenente, il giovane era organico al comparto messinese della Milmart, la Milizia di artiglieria marittima, creato per la difesa aggiuntiva delle coste e dei cieli.
L’anno precedente era stato pure ferito in battaglia durante la controversa presa di Cefalonia, messa in atto dalle camicie nere della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale spedite in Grecia dal Duce, tra il 27 aprile e l’1 maggio 1941, e ciò aveva accresciuto la sua considerazione da parte dei vertici del Pnf al quale pure era iscritto, dal ’40. Il 4 maggio 1943 il malcapitato verrà insignito dal sovrano sabaudo Vittorio Emanuele III, motu proprio, della medaglia d’oro al valor militare alla memoria.