Rubinetti a secco, per mezzo Abruzzo è stato d’emergenza

La Regione firma il decreto. Polemiche sui servizi L’assessore Di Paolo: ridurrò le società di gestione

PESCARA. La giunta regionale ha deliberato lo stato di emergenza per la carenza d’acqua nei 64 comuni serviti dall’Aca, la società di gestione dell’acquedotto pescarese che abbraccia anche parte del Chietino e del Teramano. Con lo stato d’emergenza i sindaci avranno la facoltà di aprire, dietro il via libera della Asl, alcuni pozzi per far affluire una maggiore quantità d’acqua nella rete, come ha disposto ieri il primo cittadino di Silvi Gaetano Vallescura in polemica con i vertici dell’Aca e in anticipo sulla deliberazione della Regione: «Sono stato costretto ad un’azione di forza», ha spiegato Vallescura, «l’unico mezzo a mia disposizione per soddisfare e garantire i bisogni primari della mia cittadinanza. Con l’attivazione dei Pozzi di Campo Vomano 1, non solo Silvi vedrà migliorata l’emergenza idrica, ma tutti gli altri comuni del comprensorio, in particolar modo, Città Sant’Angelo, Montesilvano e parte di Pescara».

«Lo stato d’emergenza sarà in vigore fino al 30 settembre», spiega l’assessore regionale al ciclo idrico Angelo Di Paolo che coglie l’occasione per respingere le critiche di alcuni sindaci alla Regione sulle responsabilità della carenza d’acqua. «Sono i sindaci i soci degli enti gestori e sono loro ad approvare i bilanci e le scelte gestionali. È evidente e normativamente chiaro che il gestore ha il compito di garantire un servizio efficiente anche in situazioni di emergenza». D’altra parte, spiega l’assessore «sollecitazioni e preoccupazioni sui possibili disagi estivi sono stati segnalati dalla Regione già da aprile, con apposita richiesta agli Ato e ai soggetti gestori di attivare tutte le misure utili a rendere possibile un eventuale approvvigionamento idrico di emergenza per fornire acqua potabile sul territorio. Lo stesso commissario regionale dell'Ersi (l’ente unico che sostituirà le Ato, ndr), già da febbraio, aveva segnalato possibili crisi idriche per l'estate che potevano assumere veri e propri caratteri emergenziali».

È possibile che l’estate 2012 sia l’ultima con il ciclo idrico gestito secondo gli attuali criteri. Entro l’anno l’assessore DiPasolo promette di portare a compimento la riforma delle Ato con la costituzione della società unica (il regolamento è stato approvato dalla giunta ed è fermo in Consiglio regionale). «A quel punto penso di poter riconsiderare anche un diverso assetto degli enti gestori», dice Di Paolo, «sei sono troppi, dovremmo portarli almeno a quattro, anche per razionalizzare le spese». Sull’accelerazione della riforma è intervenuto anche il presidente della provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio nella sua funzione di presidente per l’Abruzzo dell’Unione province italiane: «L’approvazione del Regolamento di attuazione è fondamentale per l’istituzione dell’Ersi, dunque per garantire una governance organica e coerente al sistema idrico e vigilare sull’attività delle società che gestiscono l’erogazione idrica e che dovranno diventare vere e proprie case di vetro. Ma soprattutto per dare il via libera a una serie di investimenti per interventi già progettati e pronti per essere cantierati».

Una precisazione polemica sullo stato dei lavori arriva dal consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini: «Il regolamento è parcheggiato da diversi mesi in seconda commissione per le solite liti della maggioranza» dice Ruffini «anche questa volta il Pd si sostituirà alla maggioranza e chiederà alla prima riunione della commissione consiliare l'approvazione con le opportune modifiche».

Per l'attuazione del regolamento non occorre l'approvazione in Consiglio regionale, spiega Ruffini che ritiene « molto più urgente che venga superato l'attuale commissariamento delle Ato regionali e che si istituisca l’ambito ottimale unico.

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